Intercettazioni, fiducia del governo

Il mafionano non è capace di limitarsi e non parlare di bombe, affari loschi e attricette al telefono. Questo è grave. Nonostante la copertura mediatica delle sue televisioni, qualcosa comunque riesce a scappare.
Il governo ha posto alla Camera la questione di fiducia sul ddl intercettazioni.
Nella norma in votazione non ci sarà traccia delle modifiche avanzate dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. "Grasso chi? No, no, oggi solo magro…" è il commento di Ghedini.



EVIDENTI INDIZI COLPEVOLEZZA - Il Pm potrà chiedere di intercettare solo se ci saranno evidenti indizi di colpevolezza (??) e solo se saranno assolutamente indispensabili (??). Nelle indagini di mafia e terrorismo basteranno sufficienti indizi di reato. La richiesta dovrà essere autorizzata da un Gip collegiale (3 giudici che non ci saranno quasi mai) del capoluogo del distretto. Ma il giudice dovrà poi compiere una valutazione autonoma del caso (!!).

VIA IL MAGISTRATO CHE PARLA TROPPO - La toga che rilascia “pubblicamente dichiarazioni” sul procedimento affidatogli ha l’obbligo di astenersi. E sarà sostituito se iscritto nel registro degli indagati per rivelazione del segreto d’ ufficio.

OMESSO CONTROLLO - Il ddl prevede l’ammenda da 500 a 1.032 euro per pubblici ufficiali e magistrati che ometteranno di esercitare “il controllo necessario ad impedire la indebita cognizione o pubblicazione delle intercettazioni”.

DIVIETO PUBBLICAZIONE - Il testo cambia. Prima era vietato scrivere di tutto fino all’inizio del dibattimento. Ora sarà vietato pubblicare anche le intercettazioni non più coperte da segreto fino alla conclusione delle indagini preliminari. E sarà vietato pubblicare le richieste e le ordinanze emesse in materia di misure cautelari fino a quando l’indagato o il suo difensore non ne siano venuti a conoscenza. Fanno eccezione le intercettazioni riportate nelle ordinanze, che sarà vietato pubblicare.

RETTIFICHE SENZA COMMENTO - Cambia anche la norma sulle rettifiche perchè nel ddl si dice che dovranno essere pubblicate nella loro interezza, ma «senza commento». E si disciplinano anche quelle su internet.

NO A NOMI E IMMAGINI PM - Stop alla pubblicazione di nomi o immagini di magistrati “relativamente ai procedimenti penali a loro affidati“, salvo che l’immagine non sia indispensabile al diritto di cronaca.

CARCERE PER I GIORNALISTI - Torna il carcere per i cronisti, ma la pena diventa da 6 mesi a un anno (era da uno a 3 anni) quindi oblabile: cioè trasformabile in sanzione pecuniaria.

REATI INTERCETTABILI - Potranno essere intercettati tutti i reati con pene oltre i 5 anni, compresi quelli contro Pubblica Amministrazione; ingiuria; minaccia; usura; molestia; traffico-commercio di stupefacenti e armi; insider trading; aggiotaggio; contrabbando; diffusione materiale pornografico anche relativo a minori ma con LIMITI DI TEMPO. Non si potrà intercettare per più di 60 giorni: 30 più 15 più 15. Per reati di mafia, terrorismo o minaccia col mezzo del telefono si può arrivare a 40 giorni prorogabili di altri 20.

INTERCETTAZIONI AMBIENTALI - Si potranno usare le cimici solo per spiare luoghi nei quali si sa che si sta compiendo un’attività criminosa. Unica eccezione per i reati di mafia, terrorismo e per quelli più gravi.

RELAZIONE SU SPESE E TETTO - Ci sarà un tetto di spesa stabilito dal ministero della Giustizia, sentito il Csm. Entro il 31 marzo ogni procuratore trasmetterà a Via Arenula una relazione sulle spese per le intercettazioni dell’anno precedente.

PROCEDIMENTO CONTRO IGNOTI - Le intercettazioni potranno essere richieste solo dalla parte offesa e solo sue sue utenze.

ARCHIVIO RISERVATO E DIVIETO DI ALLEGARE VERBALI A FASCICOLO Telefonate e verbali saranno custoditi in un archivio presso la Procura. E le registrazioni saranno fatte con impianti installati nei Centri di intercettazione istituiti presso ogni distretto di Corte d’Appello. I procuratori dovranno gestire e controllare questi Centri e avranno 5 giorni per depositare verbali e intercettazioni. Se dal loro deposito però ci sarà pregiudizio per le indagini, si potrà ritardare la consegna, ma non oltre la data dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari. Vietato allegare le intercettazioni al fascicolo.

NO A UTILIZZO IN PROCEDIMENTI DIVERSI - Le intercettazioni non potranno essere usate in procedimenti diversi da quelli nei quali sono state disposte. Salvo i casi di mafia e terrorismo.

Il Maxi-emendamento in materia di intercettazioni ha un significato sinistro e preoccupante per la Rete:
il testo maxi-emendato, infatti, introduce nel nostro Ordinamento l’obbligo di rettifica entro 48 ore a pena di una sazione pecuniaria tra i 15 ed i 25 milioni di vecchie lire per tutti i titolari di "siti informatici".
Coloro che animano un sito Internet appaiono investiti della stessa responsabilità e degli stessi doveri di coloro che operano in maniera professionale con l’informazione veicolata dai media tradizionali.
Per i siti informatici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.
Non so se riuscite a cogliere la gravità di cosa sta avvenendo.
Nessun giornale, televisione, sito di informazione o semplice blog può esprimere il proprio pensiero liberamente. Se "qualcuno" trova diffamante ciò che hai scritto nel tuo blog amatoriale, che non ti offre alcun guadagno, se non la possibilità di comunicare le tue opinioni, e magari non ti colleghi per 2 giorni, potresti ritrovarti una multa di 10.000 euro.

Fonti:
ANSA
PuntoInformatico
GuidoScorza
DanieleMartinelli

1 commento:

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny