L'intero sistema di raffreddamento è a circuito chiuso: l'acqua di raffreddamento viene riscaldata costantemente dai chip e quindi raffreddata fino alla temperatura voluta durante il passaggio attraverso uno scambiatore di calore passivo, con il risultato di trasferire il calore rimosso direttamente al sistema di riscaldamento dell'università in questa fase sperimentale. Questo elimina la necessità di moduli di condizionamento molto onerosi dal punto di vista energetico.
(Fonte)
Un'idea semplice e quasi ovvia, ma mai messa in pratica. Qualsiasi sistemista conosce bene l'importanza di una bassa temperatura nella sala server, i processori generano una quantità di calore che in rapporto alla superficie, si avvicina a quella di una centrale nucleare. Tipicamente si spende parecchia energia per climatizzare l'ambiente (i supercomputer attuali sono tutti raffreddati ad aria) e abbattere il calore prodotto dalle macchine. Ed ecco appunto che la soluzione di un raffreddamento a liquido non solo elimina la spesa (economica e ambientale) della climatizzazione, ma permette anche di risparmiare sul riscaldamento.
Ovviamente, in estate, l'aria condizionata andrà usata comunque.
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