Il desktop environment open source GNOME, alla base di moltissime distribuzioni Linux tra le quali Ubuntu, è giunto negli scorsi giorni alla versione 2.26. Tale release migliora soprattutto le caratteristiche multimediali del software, e aggiunge diversi nuovi programmi: i due più importanti sono il client di instant messaging Empathy e il software di masterizzazione Brasero.
Note di rilascio
Articolo: Punto Informatico
Eolico bloccato in Sicilia
Stanno per perdere il posto ma non riescono a capire il motivo. In un'Italia in crisi, i 250 lavoratori della Siteco, azienda metalmeccanica di Priolo Gargallo (Siracusa), di lavoro ne hanno tanto. Commesse per milioni di euro: decine di torri eoliche da costruire per produrre energia pulita.
La Regione Sicilia, il 3 febbraio scorso, ha approvato il Piano energetico ambientale con 5 miliardi di euro di investimento in 5 anni. Lo scopo della giunta regionale è potenziare l'energia alternativa. Sessanta linea di intervento che saranno finanziate con fondi comunitari: potenziare la geotermia, il fotovoltaico, l'eolico, gli edifici a basso consumo energetico. Incentivi per il privato e gli enti pubblici. «Dall'energia prodotta dalle fonti rinnovabili in Sicilia si avranno migliaia di nuovi posti di lavoro» ha detto Raffaele Lombardo, presidente della Regione.
Eppure la Siteco Spa, leader nella costruzione di torri eoliche, impiega circa 650 persone, ha un fatturato da 27 milioni di euro, potrà lavorare solo per altri 50 giorni. Poi sarà costretta a licenziare i dipendenti. Del resto già circa 250 operai di quei 400 dell'indotto sono in cassa integrazione. Aveva commesse per quasi 17 milioni di euro: annullate o sospese.
Tutta colpa delle conferenze dei servizi che non rilasciano le autorizzazioni. Manca sempre qualche parere, soprattutto da parte dell'assessorato territorio e ambiente.
Pare sia collegato all'operazione antimafia di un mese fa, che ha portato all'arresto di otto persone a Trapani, tra imprenditori, politici e funzionari del Comune di Mazara del Vallo.
Articolo: Il Sole 24Ore
La Regione Sicilia, il 3 febbraio scorso, ha approvato il Piano energetico ambientale con 5 miliardi di euro di investimento in 5 anni. Lo scopo della giunta regionale è potenziare l'energia alternativa. Sessanta linea di intervento che saranno finanziate con fondi comunitari: potenziare la geotermia, il fotovoltaico, l'eolico, gli edifici a basso consumo energetico. Incentivi per il privato e gli enti pubblici. «Dall'energia prodotta dalle fonti rinnovabili in Sicilia si avranno migliaia di nuovi posti di lavoro» ha detto Raffaele Lombardo, presidente della Regione.
Eppure la Siteco Spa, leader nella costruzione di torri eoliche, impiega circa 650 persone, ha un fatturato da 27 milioni di euro, potrà lavorare solo per altri 50 giorni. Poi sarà costretta a licenziare i dipendenti. Del resto già circa 250 operai di quei 400 dell'indotto sono in cassa integrazione. Aveva commesse per quasi 17 milioni di euro: annullate o sospese.
Tutta colpa delle conferenze dei servizi che non rilasciano le autorizzazioni. Manca sempre qualche parere, soprattutto da parte dell'assessorato territorio e ambiente.
Pare sia collegato all'operazione antimafia di un mese fa, che ha portato all'arresto di otto persone a Trapani, tra imprenditori, politici e funzionari del Comune di Mazara del Vallo.
Articolo: Il Sole 24Ore
E anche stamattina...
Fusione Fredda: ulteriori prove
Esattamente venti anni dopo la contestata scoperta della «fusione fredda» da parte di due chimici americani, gli eredi di questa linea di ricerca, riuniti a Salt Lake City, in un simposio dell’American Chemical Society dedicato a «New Energy Technology», sostengono non solo di avere ripetuto con successo gli esperimenti, ma anche di vedere le prove che si tratta di una reazione di fusione nucleare a bassa energia: cioè i neutroni, i piccoli proiettili nucleari che scaturirebbero, abbondanti, dal processo.
Questa è l'inchiesta di RaiNews24, (Censurata, non è più disponibile sul sito) sulla fusione fredda all'ENEA, del 19 Ottobre 2006.
In questi giorni, al congresso di Salt Lake City, l’ultimo atto della tormentata ricerca.
Pamela Mosier-Boss, chimica del U.S. Navy' s Space and Naval Warfare Systems Center (SPAWAR) di San Diego, California, annuncia, anche a nome di altri ricercatori, di avere ottenuto per la prima volta la prova che la fusione fredda esiste e che si tratta di un processo nucleare, come proverebbero le abbondanti tracce di neutroni registrate nel corso di vari esperimenti.
Questa volta, spiega la ricercatrice, la cella elettrolitica contiene deuterio mescolato a cloruro di palladio e gli elettrodi sono fatti con fili di nikel o di oro.
«Oltre ai neutroni, le cui tracce sono state evidenziate da una plastica speciale posta accanto alla cella -spiega la Mosier-Boss-, il fenomeno è accompagnato dall’eccesso di calore, dall’emissione di raggi X e dalla formazione di trizio. Tutti indizi a sostegno dell’avvenuta fusione del deuterio».
Dal convegno di Salt Lake City, oltre alla speranza di un rilancio del fenomeno su più solide basi, è venuto però un avvertimento che suona come di rottura rispetto all’avventuroso passato di questa vicenda: non si parli più di fusione fredda, ora il termine giusto è l’impronunciabile LENR, acronimo di Low Energy Nuclear Reactions (reazioni nucleari a bassa energia).
Forse il cambio del nome riuscirà a spogliare la fusione fredda dalla diffamazione che ha ricevuto per molti anni.
Articolo: Corriere.it
Questa è l'inchiesta di RaiNews24, (Censurata, non è più disponibile sul sito) sulla fusione fredda all'ENEA, del 19 Ottobre 2006.
In questi giorni, al congresso di Salt Lake City, l’ultimo atto della tormentata ricerca.
Pamela Mosier-Boss, chimica del U.S. Navy' s Space and Naval Warfare Systems Center (SPAWAR) di San Diego, California, annuncia, anche a nome di altri ricercatori, di avere ottenuto per la prima volta la prova che la fusione fredda esiste e che si tratta di un processo nucleare, come proverebbero le abbondanti tracce di neutroni registrate nel corso di vari esperimenti.
Questa volta, spiega la ricercatrice, la cella elettrolitica contiene deuterio mescolato a cloruro di palladio e gli elettrodi sono fatti con fili di nikel o di oro.
«Oltre ai neutroni, le cui tracce sono state evidenziate da una plastica speciale posta accanto alla cella -spiega la Mosier-Boss-, il fenomeno è accompagnato dall’eccesso di calore, dall’emissione di raggi X e dalla formazione di trizio. Tutti indizi a sostegno dell’avvenuta fusione del deuterio».
Dal convegno di Salt Lake City, oltre alla speranza di un rilancio del fenomeno su più solide basi, è venuto però un avvertimento che suona come di rottura rispetto all’avventuroso passato di questa vicenda: non si parli più di fusione fredda, ora il termine giusto è l’impronunciabile LENR, acronimo di Low Energy Nuclear Reactions (reazioni nucleari a bassa energia).
Forse il cambio del nome riuscirà a spogliare la fusione fredda dalla diffamazione che ha ricevuto per molti anni.
Articolo: Corriere.it
La polizia francese migra a Linux
La Gendarmerie Nationale francese ha deciso di abbandonare completamente Windows in favore di Ubuntu Linux. La decisione non è sorta dal nulla: già nel 2005 la polizia francese aveva deciso di sostituire Microsoft Office con OpenOffice; in seguito ha adottato anche Firefox e Thunderbird, ma è stata l'apparizione di Windows Vista nel 2006 che ha spinto i gradi più alti a prendere in considerazione la sostituzione dell'intero sistema operativo.
La Gendarmerie ha dunque già installato Ubuntu su 5.000 dei propri Pc; entro la fine dell'anno altre 15.000 workstation subiranno lo stesso destino ed entro il 2015 tutti i 90.000 computer dei gendarmi avranno Linux anziché Windows.
Dal 2004 - l'ultimo anno in cui la polizia francese ha usato Microsoft Office - grazie alla progressiva sostituzione del software proprietario con gli equivalenti open source la Gendarmerie ha risparmiato 50 milioni di euro che altrimenti sarebbero stati spesi in licenze e in costi di manutenzione. In pratica il budget annuale per il settore IT è stato ridotto del 70%.
Oltre a ciò, il tenente colonnello Guimard sostiene che il supporto dei formati aperti da parte di Linux è migliore rispetto a quello di Windows e che l'adozione del sistema operativo del pinguino ha semplificato sia l'interoperabilità con le altre reti governative che i compiti di manutenzione remota.
Articolo di ZeusNews
La Gendarmerie ha dunque già installato Ubuntu su 5.000 dei propri Pc; entro la fine dell'anno altre 15.000 workstation subiranno lo stesso destino ed entro il 2015 tutti i 90.000 computer dei gendarmi avranno Linux anziché Windows.
Dal 2004 - l'ultimo anno in cui la polizia francese ha usato Microsoft Office - grazie alla progressiva sostituzione del software proprietario con gli equivalenti open source la Gendarmerie ha risparmiato 50 milioni di euro che altrimenti sarebbero stati spesi in licenze e in costi di manutenzione. In pratica il budget annuale per il settore IT è stato ridotto del 70%.
Oltre a ciò, il tenente colonnello Guimard sostiene che il supporto dei formati aperti da parte di Linux è migliore rispetto a quello di Windows e che l'adozione del sistema operativo del pinguino ha semplificato sia l'interoperabilità con le altre reti governative che i compiti di manutenzione remota.
Articolo di ZeusNews
Ancora disordini in Tibet
Un anno dopo le rivolte contro l'occupazione cinese che furono schiacciate nel sangue, in Tibet riesplode la tensione. Nonostante la regione sia in stato di assedio, con un dispiegamento senza precedenti di forze armate, e vietata ad ogni osservatore straniero, ieri sono filtrate notizie di duri scontri.
Un centinaio di monaci tibetani sono finiti in manette a Gyala, cittadina a forte maggioranza tibetana, della provincia nordoccidentale cinese di Qinghai, dopo l'assalto ad un commissariato da parte di diverse centinaia di manifestanti. L'attacco è avvenuto in un contesto di una forte tensione in Tibet e nelle province vicine, provocata dai potenti mezzi messi in moto da Pechino per impedire, due settimane fa, le commemorazioni del 50esimo anniversario della rivolta tibetana repressa dalla Cina nel marzo 1959 e conclusasi con la fuga del XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, costretto all'esilio in India insieme ad oltre 100.000 tibetani. "La polizia ha arrestato sei persone che hanno partecipato all'attacco. In 89 si sono consegnate", ha spiegato l'agenzia governativa cinese Xinhua.
La scintilla della rivolta sembra essere stata il suicidio di un monaco 28enne, Tashi Sangpo, gettatosi nelle acque del fiume dopo essere che la polizia lo aveva interrogato e torturato. La sua colpa: aveva esposto la bandiera nazionale tibetana, un vessillo proibito dalla legge cinese perché è simbolo dell'indipendenza. Alla notizia del suicidio del religioso più di duemila persone sono scese in piazza a protestare contro le violenze poliziesche. I manifestanti, inclusi un centinaio di monaci, si sono diretti verso il commissariato di polizia di Ragya e l'hanno preso d'assalto. La controffensiva dei reparti speciali anti-sommossa e delle forze armate non si è fatta attendere, con la nuova retata di manifestanti. I monaci detenuti finiscono nei campi di lavori forzati, dove subiscono sedute di "rieducazione" in cui sono costretti a rinnegare il Dalai Lama e a giurare fedeltà al partito comunista cinese.
E intanto il Sudafrica ha negato il visto al Dalai Lama, che avrebbe dovuto incontrare Nelson Mandela, come lui premio Nobel per la pace. Sdegnato un altro Nobel, l'arcivescovo Desmond Tutu, che ha accusato il Sudafrica di "soccombere vergognosamente alle pressioni di Pechino".
Fonti: Repubblica, Ansa, WallStreetItalia
Un centinaio di monaci tibetani sono finiti in manette a Gyala, cittadina a forte maggioranza tibetana, della provincia nordoccidentale cinese di Qinghai, dopo l'assalto ad un commissariato da parte di diverse centinaia di manifestanti. L'attacco è avvenuto in un contesto di una forte tensione in Tibet e nelle province vicine, provocata dai potenti mezzi messi in moto da Pechino per impedire, due settimane fa, le commemorazioni del 50esimo anniversario della rivolta tibetana repressa dalla Cina nel marzo 1959 e conclusasi con la fuga del XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, costretto all'esilio in India insieme ad oltre 100.000 tibetani. "La polizia ha arrestato sei persone che hanno partecipato all'attacco. In 89 si sono consegnate", ha spiegato l'agenzia governativa cinese Xinhua.
La scintilla della rivolta sembra essere stata il suicidio di un monaco 28enne, Tashi Sangpo, gettatosi nelle acque del fiume dopo essere che la polizia lo aveva interrogato e torturato. La sua colpa: aveva esposto la bandiera nazionale tibetana, un vessillo proibito dalla legge cinese perché è simbolo dell'indipendenza. Alla notizia del suicidio del religioso più di duemila persone sono scese in piazza a protestare contro le violenze poliziesche. I manifestanti, inclusi un centinaio di monaci, si sono diretti verso il commissariato di polizia di Ragya e l'hanno preso d'assalto. La controffensiva dei reparti speciali anti-sommossa e delle forze armate non si è fatta attendere, con la nuova retata di manifestanti. I monaci detenuti finiscono nei campi di lavori forzati, dove subiscono sedute di "rieducazione" in cui sono costretti a rinnegare il Dalai Lama e a giurare fedeltà al partito comunista cinese.
E intanto il Sudafrica ha negato il visto al Dalai Lama, che avrebbe dovuto incontrare Nelson Mandela, come lui premio Nobel per la pace. Sdegnato un altro Nobel, l'arcivescovo Desmond Tutu, che ha accusato il Sudafrica di "soccombere vergognosamente alle pressioni di Pechino".
Fonti: Repubblica, Ansa, WallStreetItalia
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