Un'altra notizia di iPhone imposto.
La scuola di giornalismo della University of Missouri consiglia vivamente l'acquisto dell'Apple iPhone. Insomma, se si vuole frequentare i prestigiosi corsi dello storico ateneo sarebbe bene procedere con l'acquisto di uno smartphone Apple – anche l'iPod Touch è ben accetto.
La notizia ha suscitato scalpore oltreoceano, anche perché in un momento di crisi come questo obbligare ad un esborso di questo genere non può che essere rilevato come un abuso. La Facoltà, in verità, ha giustificato il bizzarro "requisito essenziale" facendo riferimento ad una nuova piattaforma informatica che gestisce le lezioni digitali da scaricare: Tegrity, una soluzione già in uso presso Stanford University ed altri atenei.
Insomma, per University of Missouri non sarebbe diverso "dal chiedere a uno studente d'ingegneria di comprarsi la calcolatrice". Disporre dell'iPhone è probabilmente considerato il primo passo per conoscere il giornalismo multimediale, ma in molti si domandano per quale motivo si debba attivare "un'inutile e costosa relazione con Apple".
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Io ho studiato Ingegneria e non solo non si era costretti ad acquistare una calcolatrice, ma quelle scientifiche venivano sequestrate, durante gli esami. Mi sono trovato poi ad un orale (fisica 2) a calcolare un impedenza complessa a carta, penna e neuroni, e la calcolatrice l'ha tirata fuori il professore solo per controllare il risultato.
Cos'avrebbe di così particolare questo programma che non può girare su qualsiasi notebook, netbook o smartphone di altra marca?
iPhone come strumento di controllo presenze
L'Università Aoyama Gakuin, che conta tre sedi in tutto il Giappone, vuole offrire gratis l'iPhone a studenti e docenti e sfruttare il GPS, con un'applicazione specifica, per sapere quali alunni sono a lezione.
Il dispositivo dovrebbe essere utilizzato anche per altri scopi, come la somministrazione di sondaggi agli studenti e al personale docente, la distribuzione di materiali e video didattici, o la gestione delle esercitazioni (i compiti a casa).
Non è la prima volta che l'iPhone viene adottato da un'università come strumento per la didattica. Ci avevano già pensato la Scuola di Giornalismo dell'Università del Missouri, che lo sfrutta per distribuire file audio tramite iTunes, e la Abilene Christian University, per scopi simili. Questo nuovo modo di sfruttare il modulo GPS, tuttavia, è del tutto nuovo, e implica interrogativi importanti sia dal punto di vista tecnico che, soprattutto, da quello etico.
Evidentemente la semplice firma non bastava..
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Il dispositivo dovrebbe essere utilizzato anche per altri scopi, come la somministrazione di sondaggi agli studenti e al personale docente, la distribuzione di materiali e video didattici, o la gestione delle esercitazioni (i compiti a casa).
Non è la prima volta che l'iPhone viene adottato da un'università come strumento per la didattica. Ci avevano già pensato la Scuola di Giornalismo dell'Università del Missouri, che lo sfrutta per distribuire file audio tramite iTunes, e la Abilene Christian University, per scopi simili. Questo nuovo modo di sfruttare il modulo GPS, tuttavia, è del tutto nuovo, e implica interrogativi importanti sia dal punto di vista tecnico che, soprattutto, da quello etico.
Evidentemente la semplice firma non bastava..
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Ho visto l'Aquila
Questa lettera è stata scritta da Andrea Gattinoni, un attore che si trovava a L’Aquila per presentare un film. Le parole sono dirette a sua moglie ma rappresentano un’efficace testimonianza per tutti quelli che a L’Aquila non ci sono ancora stati.
Andrea Gattinoni, 11 maggio notte.
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Ho visto l’Aquila.
Un silenzio spettrale, una pace irreale, le case distrutte, il gelo fra le rovine. Cani randagi abbandonati al loro destino. Un militare a fare da guardia ciascuno agli accessi alla zona rossa, quella off limits. Camionette, ruspe, case sventrate. Tendopoli.
Ho mangiato nell’unico posto aperto, dove vanno tutti, la gente, dai militari alla protezione civile. Bellissimo. Ho mangiato gli arrosticini e la mozzarella e i pomodori e gli affettati. Siamo andati mentre in una tenda duecento persone stavano guardando “Si Può Fare” . Eravamo io, Pietro, Michele, Natasha, Cecilia, AnnaMaria, Franco e la sua donna.
Poi siamo tornati quando il film stava per finire. La gente piangeva. Avevo il microfono e mi hanno chiesto come si fa a non impazzire, cosa ho imparato da Robby e dalla follia di Robby, se non avevo paura di diventare pazzo quando recitavo.
Ho parlato con i ragazzi, tutti trentenni da fitta al cuore. Chi ha perso la fidanzata, chi i genitori, chi il vicino di casa.
Francesca stanno malissimo.
Sono riusciti ad ottenere solo ieri che quelli della protezione civile non potessero piombargli nelle tende all’improvviso, anche nel cuore della notte, per CONTROLLARE.
Gli anziani stanno impazzendo. Hanno vietato internet nelle tendopoli perché dicono che non gli serve. Gli hanno vietato persino di distribuire volantini nei campi, con la scusa che nel testo di quello che avevano scritto c’era la parola ‘cazzeggio’.
A venti chilometri dall’Aquila il tom tom è oscurato. La città è completamente militarizzata. Sono schiacciati da tutto, nelle tendopoli ogni giorno dilagano episodi di follia e di violenza inauditi, ieri hanno accoltellato uno.
Nel frattempo tutte le zone e i boschi sopra la città sono sempre più gremiti di militari, che controllano ogni albero e ogni roccia in previsione del G8.
Ti rendi conto di cosa succederà a questa gente quando quei pezzi di ***** arriveranno coi loro elicotteri e le loro auto blindate? Lì????
Per entrare in ciascuna delle tendopoli bisogna subire una serie di perquisizioni umilianti, un terzo grado sconcertante, manco fossero delinquenti, anche solo per poter salutare un amico o un parente. Non hanno niente, gli serve tutto. (Hanno) rifiutato ogni aiuto internazionale e loro hanno bisogno anche solo di tute, di scarpe da ginnastica.
Per far fare la messa a Ratzinger, il governo ha speso duecentomila euro per trasportare una chiesa di legno da Cinecittà a L’Aquila.
Poi c’è il tempo che non passa mai, gli anziani che impazziscono. Le tendopoli sono imbottite di droga. I militari hanno fatto entrare qualunque cosa, eroina, ecstasy, cannabis, tutto. E’ come se avessero voluto isolarli da tutto e da tutti, e preferiscano lasciarli a stordirsi di qualunque cosa, l’importante è che all’esterno non trapeli nulla. Berlusconi si è presentato, GIURO, con il banchetto della Presidenza del Consiglio. Il ragazzo che me l’ha raccontato mi ha detto che sembrava un venditore di pentole. Qua i media dicono che lì va tutto benissimo. Quel ragazzo che mi ha raccontato le cose che ti ho detto, insieme ad altri ragazzi adulti, a qualche anziano, mi ha detto che "quello che il Governo sta facendo sulla loro pelle è un gigantesco banco di prova per vedere come si fa a tenere prigioniera l’intera popolazione di una città, senza che al di fuori possa trapelare niente". Mi ha anche spiegato che la lotta più grande per tutti lì è proprio non impazzire. In tutto questo ci sono i lutti, le case che non ci sono più, il lavoro che non c’è più, tutto perduto.
Prima di mangiare in quel posto abbiamo fatto a piedi più di tre chilometri in cerca di un ristorante, ma erano tutti già chiusi perché i proprietari devono rientrare nelle tendopoli per la sera. C’era un silenzio terrificante, sembrava una città di zombie in un film di zombie. E poi quest’umanità all’improvviso di cuori palpitanti e di persone non dignitose, di più, che ti ringraziano piangendo per essere andato lì. Ci voglio tornare. Con quella luna gigantesca che mi guardava nella notte in fondo alla strada quando siamo partiti e io pensavo a te e a quanto avrei voluto buttarmi al tuo collo per dirti che non ti lascerò mai, mai, mai.
Dentro al ristoro privato (una specie di rosticceria) in cui abbiamo mangiato, mentre ci preparavano la roba e ci facevano lo scontrino e fuori c’erano i tavoli nel vento della sera, un commesso dietro al bancone ha porto un arrosticino a Michele, dicendogli ‘Assaggi, assaggi’. Michele gli ha detto di no, che li stavamo già comprando insieme alle altre cose, ma quello ha insistito finché Michele non l’ha preso, e quello gli ha detto sorridendogli: "Non bisogna perdere le buone abitudini".
Domani scriverò cose su internet a proposito di questo, la gente deve sapere.
Anzi metto in rete questa mia lettera per te.
Andrea Gattinoni, 11 maggio notte.
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Travaglio alla fiera del libro
Alla presentazione del libro "Italia Anno Zero", scritto assieme a Vauro e Beatrice Borromeo, alla fiera del libro diTorino, Travaglio risponde alla critica di Napolitano (appoggiato da Fassino), potete leggere qui l'articolo del Corriere, e qui di seguito la ripresa dell'intervento.
Giudicare, come sempre, sta a voi.
Giudicare, come sempre, sta a voi.
Domenikakimika
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