Rinchiudetela
"Chi non sa dirigere cambi mestiere". Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha commentato così la vicenda dei presidi del Lazio che hanno denunciato, in una lettera inviata alle famiglie, la carenza di fondi degli istituti scolastici.
Sono state oltre 41.739 le lettere spedite da circa 300 presidi del Lazio aderenti all'Asal (Associazione scuole autonome del Lazio) per dare le cifre della scuola al collasso a causa dei tagli inferti dal governo: non ci sono i soldi per i supplenti (fondi ridotti del 40 %) né per le visite fiscali obbligatorie; da settembre non saranno più garantiti i servizi previsti per legge, come la copertura dell'ora alternativa alla religione.
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Lei taglia fondi e distrugge scuole e università, chi si ritrova a sbatterci la faccia, se lo denuncia alle famiglie, "fa politica". Meglio di quello che fa la Gelmini, che non è politica, è SCHIFO.
Volevo scriverglielo direttamente sul suo canale YouTube, aperto lo scorso dicembre,"Ho deciso di aprire un canale su YouTube perché intendo confrontarmi con voi sulla scuola e sull'università".
Che gran confronto! I commenti sono disattivati...
Volevo solo dirle che sono molto sollevato dal fatto che fortunatamente l'università l'ho finita anni prima della sua "discesa in campo", ma sono comunque inorridito dal suo lavoro di smantellamento del sapere. Che rientra perfettamente nel grande piano di rincoglionimento di massa, peraltro.
Acerra, il "dono di Dio"
Silvio Berlusconi, nell'ultima apparizione nel salotto di Rai Uno Porta a Porta ha ribadito che l'impianto inquina meno di tre auto di media cilindrata.
Anche questa, una balla.
Le misurazioni effettuate dall'Arpac il 15 maggio e pubblicate on line registravano la presenza nell'aria di polveri inquinanti per una media giornaliera di 76,3 micron per metro cubo, ben più alta del valore consentito di 50 micron. Inoltre, secondo i dati forniti dall'Osservatorio di Acerra, la fuoriuscita del monossido di carbonio e di alcuni tipi di idrocarburi, pur nella norma, raggiunge il limite massimo autorizzato.
I dubbi e le contraddizioni sulle emissioni si sommano alle polemiche sulle "false partenze" dell'inceneritore e spingono esperti e ambientalisti a chiedere di poter verificare più da vicino il funzionamento della struttura.
Fonte
Per restare in tema rifiuti e balle. Qui possiamo vedere dove sono "spariti" i rifiuti di napoli. Qui, la situazione, un mese fa.
Anche questa, una balla.
Le misurazioni effettuate dall'Arpac il 15 maggio e pubblicate on line registravano la presenza nell'aria di polveri inquinanti per una media giornaliera di 76,3 micron per metro cubo, ben più alta del valore consentito di 50 micron. Inoltre, secondo i dati forniti dall'Osservatorio di Acerra, la fuoriuscita del monossido di carbonio e di alcuni tipi di idrocarburi, pur nella norma, raggiunge il limite massimo autorizzato.
I dubbi e le contraddizioni sulle emissioni si sommano alle polemiche sulle "false partenze" dell'inceneritore e spingono esperti e ambientalisti a chiedere di poter verificare più da vicino il funzionamento della struttura.
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Per restare in tema rifiuti e balle. Qui possiamo vedere dove sono "spariti" i rifiuti di napoli. Qui, la situazione, un mese fa.
Gli italiani preferiscono il rinnovabile
Secondo un sondaggio presentato al Forum QualEnergia di Roma, l’80% di un campione rappresentativo della popolazione nazionale vorrebbe che il mix formato da energia solare più eolica fosse la fonte principale con cui produrre l’elettricità. Solo il 14% opta per il nucleare, di cui tanto si parla in questi mesi a causa del progettato rilancio da parte del governo.
Dal nuovo sondaggio emerge una fotografia dell’Italia molto consapevole e informata sulle questioni energetico-ambientali che, per il 68,7% degli intervistati, rappresentano i problemi più rilevanti rispetto ad altri, come il rischio del terrorismo (22,1%) o la casa (4,9%). Sul nucleare in particolare emerge che più del 60% degli intervistati, a prescindere da fattori anagrafici, socio-economici e di appartenenza politica, lo considera pericoloso e costoso e preferirebbe evitarlo. Solo una minoranza (14%) indica il nucleare come fonte da preferire; una minoranza che, di fronte all’ipotesi di abitare vicino a una centrale o a un deposito di scorie radioattive, avrebbe comunque seri dubbi.
Il Forum QualEnergia, giunto quest’anno al secondo appuntamento, propone tra i temi la crisi economica e gli stili di vita sostenibili e, nei propositi degli organizzatori, vuole essere un’occasione per dare una risposta ai problemi energetici: dai cambiamenti climatici ai limiti delle risorse.
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Dal nuovo sondaggio emerge una fotografia dell’Italia molto consapevole e informata sulle questioni energetico-ambientali che, per il 68,7% degli intervistati, rappresentano i problemi più rilevanti rispetto ad altri, come il rischio del terrorismo (22,1%) o la casa (4,9%). Sul nucleare in particolare emerge che più del 60% degli intervistati, a prescindere da fattori anagrafici, socio-economici e di appartenenza politica, lo considera pericoloso e costoso e preferirebbe evitarlo. Solo una minoranza (14%) indica il nucleare come fonte da preferire; una minoranza che, di fronte all’ipotesi di abitare vicino a una centrale o a un deposito di scorie radioattive, avrebbe comunque seri dubbi.
Il Forum QualEnergia, giunto quest’anno al secondo appuntamento, propone tra i temi la crisi economica e gli stili di vita sostenibili e, nei propositi degli organizzatori, vuole essere un’occasione per dare una risposta ai problemi energetici: dai cambiamenti climatici ai limiti delle risorse.
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Lo sterminio in Sri Lanka
Secondo osservatori internazionali, quello che sta succedendo in Sri Lanka solo è paragonabile col massacro militare compiuto da Israele nella Striscia di Gaza nel gennaio passato. Circa 50.000 persone sono rimaste intrappolate - come successe a Gaza - in una piccola striscia di territorio per 24 ore sotto il fuoco incrociato di batterie terrestri, carri armati ed aeroplani del Governo, alleato degli stati Uniti e "dell’asse occidentale".
Come ha scritto un corrispondente della BBC: "L'esercito stà praticando una specie di 'tiro al piccione' coi rifugiati", tra i quali combattono i ribelli dell’Esercito delle Tigri Tamil (Ltte). Alcuni corrispondenti risaltano la ferocia senza limiti del massacro e l'impotenza (e/o complicità) degli organismi internazionali nel fermarla. Si tratta di un genocidio su grande scala il cui sviluppo ed interessi in gioco vengono sistematicamente occultati o deformati dalla stampa "occidentale", che lo presenta come un conflitto tra un gruppo "terroristico" ed il governo che "cerca" di ristabilire l'ordine. Al contrario, lo sterminio in massa di civili in Sri Lanka non è determinato da una guerra contro il "terrorismo Tamil", come si vuole fare credere, bensì da interessi geoeconomici e geopolitici militari strategici, che hanno a che vedere col controllo dell'Oceano Indiano e delle rotte del petrolio.
L'importanza geopolitica strategica dello Sri Lanka per la futura sopravvivenza energetica di USA, Giappone e Unione Europea, unisce queste potenze in un'azione comune per sterminare la ribellione nazionalista delle Tigri Tamil, che in caso uscissero vittoriose, potrebbero tracciare un'alleanza strategica con l'asse "Russia-Cina-Iran". L'altro attore presente nella disputa per il controllo delle fonti e le rotte petrolifere. Questo è, in essenza, l'obiettivo del massacro perpetrato da un esercito finanziato dagli USA ed addestrato da Israele. Come affermano gli esperti, le casualità non esiste. L’assassinio di civili in Sri Lanka è un modello ripetuto, una specie di operazione da manuale, che le potenze imperiali (Usa per primi), ripetono compulsivamente nei paesi dove esistono ribelli e risorse naturali da depredare. Questa in breve, è la logica della "guerra contro il terrorismo" iniziata da Bush e continuata da Obama.
Secondo le Nazioni Unite, 6.500 civili sono morti e altri 14.000 sono risultati feriti nel periodo di tempo che va da gennaio e metà aprile, periodo dell’'offensiva dell'esercito contro l'insurrezione separatista. L’ONU crede che in quattro mesi circa 200.000 persone siano fuggite dalle zone di combattimento e ora si trovano in campi profughi nel nord del paese insulare, nei quali viene limitato l'accesso alla stampa.
Articolo completo: ComeDonChisciotte
Articolo correlato: TimesOnline
Come ha scritto un corrispondente della BBC: "L'esercito stà praticando una specie di 'tiro al piccione' coi rifugiati", tra i quali combattono i ribelli dell’Esercito delle Tigri Tamil (Ltte). Alcuni corrispondenti risaltano la ferocia senza limiti del massacro e l'impotenza (e/o complicità) degli organismi internazionali nel fermarla. Si tratta di un genocidio su grande scala il cui sviluppo ed interessi in gioco vengono sistematicamente occultati o deformati dalla stampa "occidentale", che lo presenta come un conflitto tra un gruppo "terroristico" ed il governo che "cerca" di ristabilire l'ordine. Al contrario, lo sterminio in massa di civili in Sri Lanka non è determinato da una guerra contro il "terrorismo Tamil", come si vuole fare credere, bensì da interessi geoeconomici e geopolitici militari strategici, che hanno a che vedere col controllo dell'Oceano Indiano e delle rotte del petrolio.
L'importanza geopolitica strategica dello Sri Lanka per la futura sopravvivenza energetica di USA, Giappone e Unione Europea, unisce queste potenze in un'azione comune per sterminare la ribellione nazionalista delle Tigri Tamil, che in caso uscissero vittoriose, potrebbero tracciare un'alleanza strategica con l'asse "Russia-Cina-Iran". L'altro attore presente nella disputa per il controllo delle fonti e le rotte petrolifere. Questo è, in essenza, l'obiettivo del massacro perpetrato da un esercito finanziato dagli USA ed addestrato da Israele. Come affermano gli esperti, le casualità non esiste. L’assassinio di civili in Sri Lanka è un modello ripetuto, una specie di operazione da manuale, che le potenze imperiali (Usa per primi), ripetono compulsivamente nei paesi dove esistono ribelli e risorse naturali da depredare. Questa in breve, è la logica della "guerra contro il terrorismo" iniziata da Bush e continuata da Obama.
Secondo le Nazioni Unite, 6.500 civili sono morti e altri 14.000 sono risultati feriti nel periodo di tempo che va da gennaio e metà aprile, periodo dell’'offensiva dell'esercito contro l'insurrezione separatista. L’ONU crede che in quattro mesi circa 200.000 persone siano fuggite dalle zone di combattimento e ora si trovano in campi profughi nel nord del paese insulare, nei quali viene limitato l'accesso alla stampa.
Articolo completo: ComeDonChisciotte
Articolo correlato: TimesOnline
Il Grande Fratello turco
La prima città a muoversi in direzione Minority Report - con l'installazione di videocamere che riconoscono le persone - è Istanbul: la Turchia ha approvato un progetto pilota che prevede l'installazione di 64 videocamere wireless.
Per ora, i dispositivi già in posizione sono solo 3; secondo la società privata che le ha realizzate, sarebbero in grado di processare e riconoscere fino a un massimo teorico di 15.000 volti al secondo in mezzo a una folla e di seguire i soggetti "degni di nota" fino a 300 metri di distanza.
Per ora, i dispositivi già in posizione sono solo 3; secondo la società privata che le ha realizzate, sarebbero in grado di processare e riconoscere fino a un massimo teorico di 15.000 volti al secondo in mezzo a una folla e di seguire i soggetti "degni di nota" fino a 300 metri di distanza.
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