IL PAGAMENTO * Riflessioni di un viandante della Via: Anonim0

1.L'idea del pagamento è quella più mal compresa e più danneggiata in tempi come i nostri. Richiedere un pagamento è forse se possiamo dirlo, l'ancora che tiene lo studente con i piedi per terra, in modo che egli non si distacchi dalla realtà della vita. La nostra condizione animale che richiede il sostento per la propria esistenza è il motore della nostra esistenza. Uno studente che ricerchi l'illuminazione, il miracoloso o l'aldilà, è propenso a lasciare questo mondo, e spesso affoga nell'immaginazione di quel mondo tanto cercato, dando per scontata la vita stessa. Egli per cosi dire si abbandona alla non esistenza. Ma più in generale nel lavoro, il pagare è collegato allo sforzo, alla crescita degli “io” e sopratutto alla terza linea di lavoro.

2. La ricerca del miracoloso deve iniziare dalla comprensione di questo mondo, da ciò che esso offre e da quanto abbiamo stabilito la nostra posizione in esso, ovvero, questo lavoro non può essere preteso da chi non ha fatto l'esperienza della vita; goduto, vissuto, sperimentato, conosciuto, indagato, conquistato, famiglia, sesso, successo, e via dicendo... Tutte le influenze A, portano solo alla concupiscenza, e finiscono tutti con la morte. Il momento di introspezione in cui la persona si indaga a se stesso, si osserva e si rapporta con la vita che egli crede conoscere, può portarlo alla sua maggiore età a chiedersi se veramente valga la pena aver vissuto questa vita. Ouspensky usava il termine Miracoloso come la manifestazione di un mondo superiore su quello inferiore, e ciò nel lavoro è tradotto come la ricezione delle impressioni da parte dei centri superiori. Un uomo 1-2-3 può avere delle impressioni superiori, ma egli non è capace di spiegarle, e se egli è stato sufficientemente influenzato, può sentire il bisogno di cercare un significato a queste impressioni.

3. La pretesa che esista un fai da te auto evoluzionistico, una guida PER INESPERTI per l'illuminazione, dovrebbe essere forse il campanello d'allarme più grande. Un pò di sano giudizio potrebbe forse riportare al neofita con i piedi per terra. Il problema deriva dall'educazione stessa che abbiamo subito, dell'aumento dell'informazione e dal credere che queste idee possano prendersi allo stesso livello di una laurea o una materia scolastica. L'auto didatta potrà immaginare che seguendo il manuale per principianti egli piano piano riuscirà da solo a illuminarsi, e sicuramente egli ci riuscirà se sarà abbastanza caparbio. Nel lavoro, forse, solo un uomo numero quattro potrebbe non avere più bisogno di un maestro, ma non ostante tutto egli potrebbe deviare in qualsiasi momento. Di sicuro, e questa è una legge, egli non potrebbe fare a meno di un gruppo, perché inevitabilmente egli ha bisogno della terza linea di lavoro. Deve lasciare qualcuno al suo posto. Non c'è possibilità di evoluzione individuale, altrimenti non ci sarebbe bisogno di tramandare la conoscenza, non ci sarebbe bisogno di scuole, di libri, maestri e allievi, e sicuramente un sistema del genere non avrebbe nessuno scopo logico, e nessun motivo di esistere nè di essere seguito. Questa mancanza di compressione è dovuta alla carenza di senso di scala. L'uomo 1-2-3 non vede più in la del proprio interesse personale, e per questo è chiuso in se stesso, è vittima di se stesso, convinto che egli non ha bisogno di altro che di se stesso. (collegare alla seconda domanda)
4. Ci potremo scrivere un libro sull’eredità genetica, sul rapporto ’educativo’ della famiglia, e tante altre cose psicologiche... Un uomo che cerchi di svegliarsi ha come scopo liberarsi da se stesso, da tutto ciò che egli ritiene sacro, dal suo egoismo principalmente, ma questo non è semplice, e spesso si cade invece, a causa di una dipendenza psicologica, nella venerazione del maestro per la mal comprensione di questa idea. Un maestro dovrebbe cercare di evitare questo manifestazione nell’allievo ma ciò è sempre relativo a seconda dell’uomo, uno potrebbe averne bisogno, un altro invece no. Ma arrivati a questo punto direi che potrebbe aiutare solo il quantitativo di lavoro fatto su di se, ma è molto insidioso e ci sono molti pericoli anche su questo punto. Sopratutto per l'ignoranza e l’incomprensione di queste idee, e spesso si paga cadendo in sette con maestri megalomani...

5. Gurdjieff è morto, Ouspensky è morto?, si sono morti... anche il sistema mori con loro? No, mentre ci sia qualcuno che abbia questo desiderio, che ne senta il bisogno. Il sistema è mutato si, Gurdjieff ci donò un insegnamento psicologico completo, Ouspensky lo sviluppò fondando scuole, J.Bennet, Rodney Collins, Maurice Nicoll, Madam De Salzman e molti altri hanno continuato ad arricchire e ad accrescere questo sistema. La possibilità di accedere a tutte queste idee, ovunque e in molte lingue, ci da due ottime prospettive. Questa generazione ha bisogno di un salto, di una evoluzione, proprio perché siamo arrivati alla frutta. Non c'è altra via di uscita se non l'estinzione, l'autodistruzione. Basta guardarsi intorno. Se siamo sufficientemente sinceri con noi stessi, ci renderemo conto che non c'è modo che le cose vadano meglio, e questa non è una visione negativa del mondo ma una visione reale in cui noi dobbiamo combattere per uscir fuori dalla massa. Nel mondo questa é la vita dell'uomo addormentato: sofferenza, negatività, guerre, carestia. Proprio questo caos è il solo che potrà far nascere in voi un poco di coscienza e se avrete uno shock abbastanza forte, allora saprete che non avete nulla da perdere, e che forse nella storia dell'uomo non avevamo mai avuto cosi tanto bisogno di cambiare, e questo cambiamento dobbiamo pagarlo non con le monete ma solo con i nostri sforzi. Dobbiamo solo temere di rimanere gli stessi...

Nessun commento: