L'epopea di HDCP è uno dei tanti episodi degli ultimi anni che mostra quanto l'evoluzione tecnologica sia ormai drogata da interessi di parte. Processori sempre più potenti, schede grafiche di ultimissima generazione, monitor e TV HD, mentre forniscono incrementi di prestazioni sempre più marginali, portano in seno pesanti limitazioni alla fruizione di opere protette. In barba alle tutele legali vigenti, le quali peraltro van cambiando sotto la pressione delle ben note lobby di settore.
Nella fattispecie, HDCP è un DRM inventato da Intel per crittografare i contenuti digitali lungo il percorso che li porta dal player fino all'output video. La compatibilità di tutte le periferiche coinvolte nella riproduzione, decodifica e visualizzazione del contenuto con lo standard è un prerequisito essenziale per la visualizzazione a piena risoluzione. Se a un solo elemento manca la certificazione HDCP, il contenuto viene riprodotto a risoluzione inferiore, vanificando i benefici visuali di Blu Ray e HD-DVD.
Il dispositivo software di cui si serve HDCP per proteggere i contenuti è il cosiddetto ICT (Image Constraint Token), un flag attivato dallo stesso contenuto (per esempio, un film su Blu Ray), che "richiama all'ordine" le periferiche coinvolte nella riproduzione, decodifica e visualizzazione controllandone la compatibilità con HDCP. In poche parole se una sola periferica fallisce il test, il legittimo proprietario di un film in alta definizione potrà vederlo a risoluzione artificialmente abbassata, grazie al lavoro dell'infaticabile succursale delle major hollywoodiane che si è messo in casa acquistando prodotti "HDCP compliant".
Articolo su Punto Informatico
Intel AMT: una backdoor?
La Intel introduce nei nuovi processori Centrino IAMT (Intel Active Management Technology), che permette di archiviare informazioni hardware e software su memoria non volatile, e consente il controllo della macchina a pc spento!!!
Tecnologia introdotta per aiutare gli amministratori di sistema delle aziende, ma in pratica una backdoor che in cattive mani potrebbe fare quello che vuole del vostro pc.
In congiunzione a LaGrande, o TXT (Trusted Execution Technology), Intel mette in pratica il contestatissimo Trusted Computing... Tenetevi il vostro vecchio pc !!!
Fonte: Alessandro "Jekil" Tanasi blog
Tecnologia introdotta per aiutare gli amministratori di sistema delle aziende, ma in pratica una backdoor che in cattive mani potrebbe fare quello che vuole del vostro pc.
In congiunzione a LaGrande, o TXT (Trusted Execution Technology), Intel mette in pratica il contestatissimo Trusted Computing... Tenetevi il vostro vecchio pc !!!
Fonte: Alessandro "Jekil" Tanasi blog
Siviglia, l'ecocittà accesa dal sole
Sex Crimes and the Vatican
Solleva scandalo la volontà di Michele Santoro di acquistare e mandare in onda, in una puntata di Annozero, il film-documentario "Sex Crimes and the Vatican", mandato in onda nel 2006 dalla BBC e ora, sottotitolato da Bispensiero.it, disponibile qui.
Un film (che la Cei ha già bollato come "infame calunnia") che racconta alcuni casi di pedofilia che coinvolgono ecclesiastici negli Stati Uniti, in Irlanda e in Brasile, e soprattutto mostra il ruolo avuto, nell'insabbiare gli scandali, dall'allora cardinale Joseph Ratzinger.
Inutile commentare la vergognosa censura per salvaguardare la faccia di una chiesa che si oppone alle unioni omosessuali ma protegge i preti che approfittano dei bambini.
Articolo su Repubblica.it
Un film (che la Cei ha già bollato come "infame calunnia") che racconta alcuni casi di pedofilia che coinvolgono ecclesiastici negli Stati Uniti, in Irlanda e in Brasile, e soprattutto mostra il ruolo avuto, nell'insabbiare gli scandali, dall'allora cardinale Joseph Ratzinger.
Inutile commentare la vergognosa censura per salvaguardare la faccia di una chiesa che si oppone alle unioni omosessuali ma protegge i preti che approfittano dei bambini.
Articolo su Repubblica.it
Microsoft attacca l'open-source
Brad Smith, consulente legale di Microsoft, dichiara che linux e open-office violerebbero 235 brevetti Microsoft (articolo su P.I.); immediata la risposta della Linux Foundation, pronta a difendere gli utenti linux da possibili azioni legali, e Linus Torvald chiede la lista dettagliata dei brevetti infranti, per poter operare in modo da risolvere il problema. Ma la lista resta privata, forse perchè Bill sa bene che molto probabilmente Windows viola molti più brevetti, o perchè quelli menzionati potrebbero essere bocciati ad un riesame dello US Patent Office.
Microsoft non è nuova a questo tipo di attacchi, ha già definito linux non competitivo, anti-americano, un giocattolo e addirittura un cancro, dopo aver detto che costa troppo, dopo aver cercato di farselo amico, è arrivata anche a dichiararne ufficialmente la morte.
La realtà è che Microsoft ha paura, linux è maturo e competitivo, come descrive oggi un articolo su il sole 24ore, sempre più amministrazioni lo scelgono e ora anche la Faa (Federal Aviation Administration) boccia Vista in favore di Linux.
Microsoft non è nuova a questo tipo di attacchi, ha già definito linux non competitivo, anti-americano, un giocattolo e addirittura un cancro, dopo aver detto che costa troppo, dopo aver cercato di farselo amico, è arrivata anche a dichiararne ufficialmente la morte.
La realtà è che Microsoft ha paura, linux è maturo e competitivo, come descrive oggi un articolo su il sole 24ore, sempre più amministrazioni lo scelgono e ora anche la Faa (Federal Aviation Administration) boccia Vista in favore di Linux.
Convegno E-privacy 2007
Il 18 e 19 maggio, in Palazzo Vecchio a Firenze si svolgera' l'annuale convegno e-privacy 2007, dedicato ai problemi della privacy nell'era digitale.
Il convegno e' organizzato dal Progetto Winston Smith, un'associazione senza fini di lucro che si occupa della difesa del diritto alla privacy in Rete e fuori fin dallo scorso millennio.
La partecipazione al Convegno e' libera, ma i posti sono limitati, si consiglia di annunciare la partecipazione con una mail all'indirizzo convegno-e-privacy@firenze.linux.it.
Programma , sito ufficiale
Il convegno e' organizzato dal Progetto Winston Smith, un'associazione senza fini di lucro che si occupa della difesa del diritto alla privacy in Rete e fuori fin dallo scorso millennio.
La partecipazione al Convegno e' libera, ma i posti sono limitati, si consiglia di annunciare la partecipazione con una mail all'indirizzo convegno-e-privacy@firenze.linux.it.
Programma , sito ufficiale
Privacy questa sconosciuta
Come previsto, l'era della privacy finisce anche su internet. I contratti con il proprio Internet Service Provider, che prevedono, a norma di legge, il rispetto della privacy dell'utente riguardo il traffico effettuato, sono carta straccia.
La settimana scorsa 3636 utenti, rei di aver condiviso file musicali sulla rete p2p (e un brano in particolare), hanno ricevuto a casa una raccomandata dello studio legale Mahlknecht & Rottensteiner, che opera per conto della casa discografica tedesca Peppermint (detentrice dei diritti di quel brano) e che ha ottenuto da Telecom Italia e altri ISP i nominativi degli utenti corrispondenti agli IP rilevati sulle reti di file sharing dalla società svizzera specializzata Logistep. Sebbene Telecom si fosse opposta alla richiesta di consegna dei nominativi, il Tribunale di Roma ha deciso altrimenti, accettando le tesi dei discografici. La raccomandata propone all'utente di collaborare con l'industria provvedendo alla rimozione dei file contestati e pagando una somma di 330 €. (tratto da Punto Informatico)
La questione apre polemiche per il fatto che l'IP è un dato personale, e che gli ISP non possono fornire tali informazioni. Insieme a Cortiana, anche Beppe Grillo esprime il suo parere.
Tutto ciò non lascia intravedere nulla di buono all'orizzonte. L'accordo tra SIAE e Authority, prima conseguenza della direttiva IPRED2, mette di fatto in grado organismi esterni alle forze dell'ordine di ficcare il naso nelle vite di tutti noi, nel nome della lotta alla pirateria.
Ma c'è di peggio: tutti gli operatori di rete statunitensi, i fornitori di accesso e di servizi online, i provider di servizi VoIP, le aziende del broad band e quelle del cavo, società satellitari e molte università dal 14/5/07 sono tenuti per legge a disporre di tecnologie che consentano alla polizia federale di accedere in qualsiasi momento alle attività online degli utenti Internet. Le conseguenze non sono limitate al popolo americano, dato che una parte cospicua del traffico Internet passa per i server americani. (Articolo su P.I.)
Tutto questo per combattere la pirateria? Ma non prendiamoci in giro. Per avere un'arma in più contro il terrorismo? Certo, sicuramente prepareranno il prossimo attentato in videoconferenza su skype...
Ragioniamo. Siamo nell'era della comunicazione globale, sempre più legati ad internet per comunicare, informarsi, ma anche comprare oggetti e prenotare le proprie vacanze.
Queste sono le informazioni che vogliono, per tenerci sotto controllo, e per propinarci pubblicità ad hoc. Follia? E questo, come lo spiegate? Neanche i giochi on-line si salvano (pubblicità in-game).
Mentre l'informazione getta sulla popolazione ansie e paure, dipingendo il mondo nel caos, per convincere la gente a rinunciare ad un po di libertà in cambio di protezione, si lavora velocemente per entrare, volenti o nolenti, nell'era del controllo globale. Lo sentite il rumore delle catene?
La settimana scorsa 3636 utenti, rei di aver condiviso file musicali sulla rete p2p (e un brano in particolare), hanno ricevuto a casa una raccomandata dello studio legale Mahlknecht & Rottensteiner, che opera per conto della casa discografica tedesca Peppermint (detentrice dei diritti di quel brano) e che ha ottenuto da Telecom Italia e altri ISP i nominativi degli utenti corrispondenti agli IP rilevati sulle reti di file sharing dalla società svizzera specializzata Logistep. Sebbene Telecom si fosse opposta alla richiesta di consegna dei nominativi, il Tribunale di Roma ha deciso altrimenti, accettando le tesi dei discografici. La raccomandata propone all'utente di collaborare con l'industria provvedendo alla rimozione dei file contestati e pagando una somma di 330 €. (tratto da Punto Informatico)
La questione apre polemiche per il fatto che l'IP è un dato personale, e che gli ISP non possono fornire tali informazioni. Insieme a Cortiana, anche Beppe Grillo esprime il suo parere.
Tutto ciò non lascia intravedere nulla di buono all'orizzonte. L'accordo tra SIAE e Authority, prima conseguenza della direttiva IPRED2, mette di fatto in grado organismi esterni alle forze dell'ordine di ficcare il naso nelle vite di tutti noi, nel nome della lotta alla pirateria.
Ma c'è di peggio: tutti gli operatori di rete statunitensi, i fornitori di accesso e di servizi online, i provider di servizi VoIP, le aziende del broad band e quelle del cavo, società satellitari e molte università dal 14/5/07 sono tenuti per legge a disporre di tecnologie che consentano alla polizia federale di accedere in qualsiasi momento alle attività online degli utenti Internet. Le conseguenze non sono limitate al popolo americano, dato che una parte cospicua del traffico Internet passa per i server americani. (Articolo su P.I.)
Tutto questo per combattere la pirateria? Ma non prendiamoci in giro. Per avere un'arma in più contro il terrorismo? Certo, sicuramente prepareranno il prossimo attentato in videoconferenza su skype...
Ragioniamo. Siamo nell'era della comunicazione globale, sempre più legati ad internet per comunicare, informarsi, ma anche comprare oggetti e prenotare le proprie vacanze.
Queste sono le informazioni che vogliono, per tenerci sotto controllo, e per propinarci pubblicità ad hoc. Follia? E questo, come lo spiegate? Neanche i giochi on-line si salvano (pubblicità in-game).
Mentre l'informazione getta sulla popolazione ansie e paure, dipingendo il mondo nel caos, per convincere la gente a rinunciare ad un po di libertà in cambio di protezione, si lavora velocemente per entrare, volenti o nolenti, nell'era del controllo globale. Lo sentite il rumore delle catene?
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