Chi ancora si immagina l'auto elettrica come un macinino utilizzabile solo in città (che comunque sarebbe già una gran cosa), dalle prestazioni molto scarse e un bagagliaio pieno di accumulatori?
Ebbene, le cose sono cambiate un po', la tecnologia si è evoluta e oggi "auto elettrica" significa anche Tesla Roadster.
Quest'auto, full-electric, sviluppa 250 cavalli, e ha un'accelerazione paragonabile al Lamborghini Murcielago o al Porsche Carrera GT, (0-100 Km/h in circa 4 secondi), velocità massima ben al di sopra dei 200 Km/h e un'autonomia di 350 Km.
Ha solo 2 marce più la retro (in prima arriva a 115 Km/h), e una curva di coppia completamente diversa dai motori a cui siamo abituati: la massima spinta (oltre 240 Nm) è disponibile già a 0 giri/min, e la linea rossa la troviamo a 13500 giri/min.
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Le Eco-Bombe
Una ricerca condotta dall'Università di Monaco di Baviera con fondi europei e americani studia la produzione di sostanze alternative al tritolo e al Rdx che, come è noto, presentano un tragico ventaglio di effetti collaterali: sviluppano emissioni cancerogene, inquinano terreni e falde acquifere e, laddove non dovessero detonare (in ambito industriale) o esplodere completamente, rappresentano minacce vaganti pronte a ripetere l'infausta missione.
Ecco dunque le "bombe verdi"; gli scienziati tedeschi sostengono che, se riempite con una forma recentemente scoperta di tetrazolio - composto già usato in campo farmaceutico - e fatte esplodere con l'azoto in luogo del carbonio, rilasciano una quantità minore di sostanze tossiche. Meno piogge acide, ma certo non aria pulita.
Così dopo le bombe "Intelligenti" arrivano pure quelle "ecologiche", ma lo scopo è sempre lo stesso: uccidere. Certo, se la zona del bombardamento dopo essere stata "sgombrata", resta in condizioni vivibili, è meglio.
Però ci avevano anche provato a fare a meno di uccidere:
come riportò qualche anno fa il sito della Bbc, nel 1994 il Dipartimento della difesa americano investì circa 8 milioni di dollari per sviluppare armi non letali. La "gay bomb", per esempio: avrebbe dovuto rilasciare un gas afrodisiaco tra le fila nemiche, invogliandole a festini in tuta mimetica. O le "sting me/attack me" (pungimi/attaccami): un po' di chimica e i militari sarebbero diventati cibo irresistibile per api e ratti affamati. O ancora, le "who? me?" (chi? Io?): bombe che avrebbero dovuto simulare flatulenza tra le truppe, demoralizzandole. Poi si scoprì che in molti paesi quel cattivo odore non è offensivo, e l'idea fu ritirata.
Progetti sperimentati fino al 2000. Poi arrivò l'11 settembre, e le bombe furono liberate da ogni velleità.
Articolo: Repubblica
Ecco dunque le "bombe verdi"; gli scienziati tedeschi sostengono che, se riempite con una forma recentemente scoperta di tetrazolio - composto già usato in campo farmaceutico - e fatte esplodere con l'azoto in luogo del carbonio, rilasciano una quantità minore di sostanze tossiche. Meno piogge acide, ma certo non aria pulita.
Così dopo le bombe "Intelligenti" arrivano pure quelle "ecologiche", ma lo scopo è sempre lo stesso: uccidere. Certo, se la zona del bombardamento dopo essere stata "sgombrata", resta in condizioni vivibili, è meglio.
Però ci avevano anche provato a fare a meno di uccidere:
come riportò qualche anno fa il sito della Bbc, nel 1994 il Dipartimento della difesa americano investì circa 8 milioni di dollari per sviluppare armi non letali. La "gay bomb", per esempio: avrebbe dovuto rilasciare un gas afrodisiaco tra le fila nemiche, invogliandole a festini in tuta mimetica. O le "sting me/attack me" (pungimi/attaccami): un po' di chimica e i militari sarebbero diventati cibo irresistibile per api e ratti affamati. O ancora, le "who? me?" (chi? Io?): bombe che avrebbero dovuto simulare flatulenza tra le truppe, demoralizzandole. Poi si scoprì che in molti paesi quel cattivo odore non è offensivo, e l'idea fu ritirata.
Progetti sperimentati fino al 2000. Poi arrivò l'11 settembre, e le bombe furono liberate da ogni velleità.
Articolo: Repubblica
FASTRA
L’università di Antwerp si è cimentata in un esperimento che, sebbene non del tutto nuovo, farà scuola nel settore. Come potrete vedere nel video in calce al post, il problema è rappresentato dalla ricostruzione dei dati prodotti da una macchina tomografica (una TAC per intenderci).
La notizia è che i ricercatori dell’università belga hanno sostituito un cluster di 4 computer con CPU quad core, con un assemblato equipaggiato da CPU Phenom 9850 e 4 schede video GeForce 9800GX2, con un costo inferiore ai 4000€ e battezzato FASTRA.
L'idea è utilizzare gli stream processor delle schede video per la computazione (ne abbiamo 2x128 per ognuna delle 4 schede) al posto delle unità di calcolo del processore. La recente decisione di Nvidia di rilasciare la piattaforma CUDA agli sviluppatori ha reso possibile questo progetto.
Risultato: i tempi di ricostruzione dei dati acquisiti dalla TAC, ossia l’assemblamento di numerosissimi piani di sezione in un solido, sono passati, a seconda della complessità del modello, dalle ore ai secondi, dai giorni ai minuti. Per alimentare la bestiolina serve un’unità da 1500w: poco se si pensa che per raggiungere le uguali prestazioni via cluster sarebbe forse servito qualcosa di simile a 1Mw.
Home Progetto FASTRA
La notizia è che i ricercatori dell’università belga hanno sostituito un cluster di 4 computer con CPU quad core, con un assemblato equipaggiato da CPU Phenom 9850 e 4 schede video GeForce 9800GX2, con un costo inferiore ai 4000€ e battezzato FASTRA.
L'idea è utilizzare gli stream processor delle schede video per la computazione (ne abbiamo 2x128 per ognuna delle 4 schede) al posto delle unità di calcolo del processore. La recente decisione di Nvidia di rilasciare la piattaforma CUDA agli sviluppatori ha reso possibile questo progetto.
Risultato: i tempi di ricostruzione dei dati acquisiti dalla TAC, ossia l’assemblamento di numerosissimi piani di sezione in un solido, sono passati, a seconda della complessità del modello, dalle ore ai secondi, dai giorni ai minuti. Per alimentare la bestiolina serve un’unità da 1500w: poco se si pensa che per raggiungere le uguali prestazioni via cluster sarebbe forse servito qualcosa di simile a 1Mw.
Home Progetto FASTRA
Apocalisse
21 dicembre 2012: una data emblematica che segna "la fine del mondo".
E'la fine della 5 epoca Maya, la conclusione di un anno galattico di 25625 anni. E' prevista (dalla scienza attuale) un inversione della polarità del campo magnetico terrestre, che sta in questi anni diminuendo, come pure la sua velocità di rotazione, mentre la frequenza Schumann sta aumentando (link).
E' causa del riscaldamento globale che tentano di far passare come conseguenza dell'inquinamento, mentre si può notare come l'intero sistema solare si stia "agitando", il ciclo di macchie solari raggiungerà nel 2012 un intensità mai registrata in passato (link).
E'la fine della 5 epoca Maya, la conclusione di un anno galattico di 25625 anni. E' prevista (dalla scienza attuale) un inversione della polarità del campo magnetico terrestre, che sta in questi anni diminuendo, come pure la sua velocità di rotazione, mentre la frequenza Schumann sta aumentando (link).
E' causa del riscaldamento globale che tentano di far passare come conseguenza dell'inquinamento, mentre si può notare come l'intero sistema solare si stia "agitando", il ciclo di macchie solari raggiungerà nel 2012 un intensità mai registrata in passato (link).
Il ritorno del Chip Fritz
Dopo la notizia di ieri, Alessandro Bottoni, uno dei massimi esperti di tpm, espone la sua opinione a proposito su Punto Informatico
Videogiochi e TPM: addio pirati!
Il futuro dei videogiochi è privo di pirateria e ancora più ricco e soddisfacente per i produttori. Lo ha promesso Nolan Bushnell, fondatore di ATARI, secondo cui "esiste un chip invisibile ("stealth") di cifratura chiamato TPM che sarà applicato sulle schede madri di quasi tutti i computer che verranno prodotti".
Noi sappiamo già di che si tratta, è il famoso Chip Fritz, ormai presente in quasi tutti i notebook e processori in commercio. Il Trusted Computing è la soluzione finale per sconfiggere la pirateria, ma non solo dei videogiochi: anche di sistemi operativi e programmi, musica e films (anche se Bushnell non ne è convinto).
C'è motivo di credere che questa tecnologia però andrà ad ostacolare la crescita dell'open source, limiterà l'utente nelle modifiche hardware al proprio pc, sottrarrà il controllo della macchina al legittimo proprietario.
Articolo: Punto Informatico
Noi sappiamo già di che si tratta, è il famoso Chip Fritz, ormai presente in quasi tutti i notebook e processori in commercio. Il Trusted Computing è la soluzione finale per sconfiggere la pirateria, ma non solo dei videogiochi: anche di sistemi operativi e programmi, musica e films (anche se Bushnell non ne è convinto).
C'è motivo di credere che questa tecnologia però andrà ad ostacolare la crescita dell'open source, limiterà l'utente nelle modifiche hardware al proprio pc, sottrarrà il controllo della macchina al legittimo proprietario.
Articolo: Punto Informatico
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