Gli italiani preferiscono il rinnovabile

Secondo un sondaggio presentato al Forum QualEnergia di Roma, l’80% di un campione rappresentativo della popolazione nazionale vorrebbe che il mix formato da energia solare più eolica fosse la fonte principale con cui produrre l’elettricità. Solo il 14% opta per il nucleare, di cui tanto si parla in questi mesi a causa del progettato rilancio da parte del governo.
Dal nuovo sondaggio emerge una fotografia dell’Italia molto consapevole e informata sulle questioni energetico-ambientali che, per il 68,7% degli intervistati, rappresentano i problemi più rilevanti rispetto ad altri, come il rischio del terrorismo (22,1%) o la casa (4,9%). Sul nucleare in particolare emerge che più del 60% degli intervistati, a prescindere da fattori anagrafici, socio-economici e di appartenenza politica, lo considera pericoloso e costoso e preferirebbe evitarlo. Solo una minoranza (14%) indica il nucleare come fonte da preferire; una minoranza che, di fronte all’ipotesi di abitare vicino a una centrale o a un deposito di scorie radioattive, avrebbe comunque seri dubbi.

Il Forum QualEnergia, giunto quest’anno al secondo appuntamento, propone tra i temi la crisi economica e gli stili di vita sostenibili e, nei propositi degli organizzatori, vuole essere un’occasione per dare una risposta ai problemi energetici: dai cambiamenti climatici ai limiti delle risorse.

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Lo sterminio in Sri Lanka

Secondo osservatori internazionali, quello che sta succedendo in Sri Lanka solo è paragonabile col massacro militare compiuto da Israele nella Striscia di Gaza nel gennaio passato. Circa 50.000 persone sono rimaste intrappolate - come successe a Gaza - in una piccola striscia di territorio per 24 ore sotto il fuoco incrociato di batterie terrestri, carri armati ed aeroplani del Governo, alleato degli stati Uniti e "dell’asse occidentale".

Come ha scritto un corrispondente della BBC: "L'esercito stà praticando una specie di 'tiro al piccione' coi rifugiati", tra i quali combattono i ribelli dell’Esercito delle Tigri Tamil (Ltte). Alcuni corrispondenti risaltano la ferocia senza limiti del massacro e l'impotenza (e/o complicità) degli organismi internazionali nel fermarla. Si tratta di un genocidio su grande scala il cui sviluppo ed interessi in gioco vengono sistematicamente occultati o deformati dalla stampa "occidentale", che lo presenta come un conflitto tra un gruppo "terroristico" ed il governo che "cerca" di ristabilire l'ordine. Al contrario, lo sterminio in massa di civili in Sri Lanka non è determinato da una guerra contro il "terrorismo Tamil", come si vuole fare credere, bensì da interessi geoeconomici e geopolitici militari strategici, che hanno a che vedere col controllo dell'Oceano Indiano e delle rotte del petrolio.

L'importanza geopolitica strategica dello Sri Lanka per la futura sopravvivenza energetica di USA, Giappone e Unione Europea, unisce queste potenze in un'azione comune per sterminare la ribellione nazionalista delle Tigri Tamil, che in caso uscissero vittoriose, potrebbero tracciare un'alleanza strategica con l'asse "Russia-Cina-Iran". L'altro attore presente nella disputa per il controllo delle fonti e le rotte petrolifere. Questo è, in essenza, l'obiettivo del massacro perpetrato da un esercito finanziato dagli USA ed addestrato da Israele. Come affermano gli esperti, le casualità non esiste. L’assassinio di civili in Sri Lanka è un modello ripetuto, una specie di operazione da manuale, che le potenze imperiali (Usa per primi), ripetono compulsivamente nei paesi dove esistono ribelli e risorse naturali da depredare. Questa in breve, è la logica della "guerra contro il terrorismo" iniziata da Bush e continuata da Obama.

Secondo le Nazioni Unite, 6.500 civili sono morti e altri 14.000 sono risultati feriti nel periodo di tempo che va da gennaio e metà aprile, periodo dell’'offensiva dell'esercito contro l'insurrezione separatista. L’ONU crede che in quattro mesi circa 200.000 persone siano fuggite dalle zone di combattimento e ora si trovano in campi profughi nel nord del paese insulare, nei quali viene limitato l'accesso alla stampa.

Articolo completo: ComeDonChisciotte
Articolo correlato: TimesOnline

Il Grande Fratello turco

La prima città a muoversi in direzione Minority Report - con l'installazione di videocamere che riconoscono le persone - è Istanbul: la Turchia ha approvato un progetto pilota che prevede l'installazione di 64 videocamere wireless.

Per ora, i dispositivi già in posizione sono solo 3; secondo la società privata che le ha realizzate, sarebbero in grado di processare e riconoscere fino a un massimo teorico di 15.000 volti al secondo in mezzo a una folla e di seguire i soggetti "degni di nota" fino a 300 metri di distanza.

L'insostenibile impunità di Berlusconi

Passaparola del 25 maggio.

La prima "Casa Attiva"

Produce più energia di quella che consuma, ha un computer centralizzato che controlla temperatura e clima degli interni ed è superecologica. La prima "casa attiva" (Active House), abitazione che usa tecnologie innovative in grado non solo di rendere gli alloggi autosufficienti da un punto di vista energetico, ma anche capaci di produrre energia in eccesso, è stata costruita a Lystrup, quartiere periferico di Aarhus, in Danimarca.
La parte del tetto che si affaccia a sud è coperta completamente da pannelli solari e da cellule fotovoltaiche: l'energia assorbita dai primi sarà utilizzata per riscaldare la casa, mentre le seconde convertiranno l'energia dei raggi del sole in elettricità. Il computer controllerà le temperature interne ed esterne e automaticamente aprirà o chiuderà le finestre quando è necessario.

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Il giornalismo del panico

Questa mattina due scuole di Roma sono state chiuse per una settimana «in via precauzionale» su disposizione del viceministro per la Salute, Ferruccio Fazio. Due alunni del Convitto nazionale "Vittorio Emanuele II" e altri due del liceo "Dante Alighieri", rientrati a Roma martedì scorso da New York, sono risultati positivi al virus A/H1N1. La decisione è stata presa per la prima volta in Italia per limitare al minimo il rischio di contagio tra studenti, come previsto dalle misure preventive di sicurezza messe a punto dal Ministero della Salute.
Nessun allarmismo comunque, ha tenuto a precisare Fazio (fonte)
Il giornalista si presenta fuori dalla scuola con la mascherina, suscitando, giustamente, la reazione di un professore:



Quel tipo di mascherina non ha alcun senso. Il virus passerebbe comunque. Ma quello che è importante è scatenare il panico. Questi ragazzi hanno appena seguito una lezione con la professoressa malata, come si vede poi nel video, la scuola viene evacuata e si dovrebbero trovare telecamere e dementi con la mascherina. D'inverno, quando metà delle classi sono decimate dall'influenza, avete mai visto mascherine?
La mortalità della maiala si è già attestata ai livelli di una qualsiasi influenza.
Ma del resto, se siamo in "allarme rosso" perchè è arrivato il caldo...