Eva Golinger - Caracas, Venezuela – Domenica 28 giugno 2009
L'sms che ho ricevuto questa mattina diceva “Attenzione, Zelaya è stato sequestrato, colpo di Stato in Honduras, far circolare”. Risveglio brusco per una domenica mattina, soprattutto per i milioni di honduregni che si stavano preparando a esercitare il loro sacro diritto di votare oggi per la prima volta in un referendum consultivo sulla convocazione di un'assemblea costituzionale per riformare la costituzione.
Una simile iniziativa non ha mai avuto luogo nella nazione dell'America Centrale, la cui costituzione molto limitata prevede una partecipazione minima del popolo dell'Hunduras al processo politico. La costituzione attuale, scritta nel 1982 al culmine della sporca guerra dell'Amministrazione Reagan in America Centrale, doveva servire a far sì che l'élite che deteneva il potere, sia economico che politico, potesse conservarlo con minime interferenze da parte della popolazione. Zelaya, eletto nel novembre del 2005 per la piattaforma del Partito Liberale dell'Hunduras, aveva proposto il referendum consultivo per determinare se la maggioranza di cittadini concordasse sulla necessità di una riforma costituzionale. Godeva del sostegno della maggioranza dei sindacati e dei movimenti sociali del paese. Se il sondaggio dell'opinione avesse potuto svolgersi, a seconda dei risultati durante le elezioni del prossimo novembre si sarebbe tenuto un referendum per votare la convocazione di un'assemblea costituzionale. Ma il voto previsto per oggi non era legalmente vincolante.
Anzi, in precedenza la Corte Suprema dell'Honduras lo aveva dichiarato illegale, su richiesta del Congresso: entrambi sono guidati da maggioranze che si oppongono a Zelaya e da membri del partito ultra-conservatore, il Partito Nazionale dell'Honduras (PNH). Questa mossa ha causato proteste di massa a favore del Presidente Zelaya. Il 24 giugno il presidente ha rimosso il capo di stato maggiore delle forze armate, il Generale Romeo Vásquez, quando questi si è rifiutato di consentire ai militari di distribuire il materiale elettorale per le elezioni di domenica. Il Generale Romeo Vásquez ha tenuto il materiale sotto rigido controllo militare, rifiutandosi di distribuirlo perfino ai collaboratori del presidente, affermando che il referendum era stato dichiarato illegale dalla Corte Suprema e di non poter ubbidire all'ordine del presidente. Come negli Stati Uniti, anche in Honduras il presidente è Comandante in Capo e ha l'ultima parola sulle azioni dell'esercito. Zelaya ha dunque ordinato la rimozione del Generale. In risposa a questa situazione sempre più tesa si è dimesso anche il Ministro della Difesa, Angel Edmundo Orellana.
Ma il giorno successivo la Corte Suprema dell'Honduras ha restituito alle sue funzioni il Generale Romeo Vásquez, dichiarando che la sua deposizione era stata “incostituzionale”. Migliaia di persone si sono riversate nelle strade della capitale dell'Honduras, Tegucigalpa, manifestando il proprio appoggio al Presidente Zelaya ed evidenziando la propria determinazione ad assicurare che il referendum legalmente non vincolante di domenica avesse luogo. Venerdì il presidente e un centinaio di sostenitori hanno marciato verso la vicina base aerea per raccogliere il materiale elettorale che si trovava nelle mani dell'esercito. Quella sera Zelaya ha convocato una conferenza stampa nazionale insieme a un gruppo di rappresentanti di diversi partiti politici e movimenti sociali, chiamando tutti all'unità e alla pace nel paese.
Sabato la situazione in Honduras veniva definita tranquilla. Ma all'alba di domenica un gruppo di circa 60 soldati armati è entrato nella residenza presidenziale e ha preso in ostaggio Zelaya. Dopo varie ore di confusione si è saputo che il presidente era stato portato in una vicina base aerea e condotto in aereo nel vicino Costa Rica. Finora non sono state diffuse immagini del presidente e non si sa se la sua vita sia ancora in pericolo.
La moglie del Presidente Zelaya, Xiomara Castro de Zelaya, in diretta su Telesur alle 10:00 circa, ora di Caracas, ha raccontato che nelle prime ore di domenica mattina i soldati hanno fatto irruzione sparando nella residenza e hanno portato via il presidente. “È stato un atto di vigliaccheria”, ha dichiarato la first lady riferendosi al sequestro, che ha avuto luogo a un'ora in cui gli occupanti della casa non erano in grado di reagire. Casto de Zelaya ha anche chiesto che fosse fatta salva la vita di suo marito, facendo capire che nemmeno lei sa dove si trovi. Ha affermato che le loro vite sono ancora in “grave pericolo” e ha chiesto alla comunità internazionale di denunciare questo colpo di Stato e di agire rapidamente per ristabilire l'ordine costituzionale nel paese, con la liberazione e il ritorno del presidente democraticamente eletto Zelaya.
Il Presidente della Bolivia Evo Morales e quello del Venezuela Hugo Chávez hanno entrambi fatto dichiarazioni pubbliche, domenica mattina, condannando il colpo di Stato in Honduras e chiedendo alla comunità internazionale di reagire per far sì che venga ristabilita la democrazia e il presidente costituzionale sia restituito alle sue funzioni.
Mercoledì 24 giugno in Venezuela si è tenuto un incontro straordinario dei paesi membri dell'Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), di cui fa parte anche l'Honduras, per accogliere l'Ecuador, Antigua & Barbados e St. Vincent. Durante l'incontro, cui ha partecipato il Ministro degli Esteri dell'Honduras, Patricia Rodas, è stata letta una dichiarazione di supporto al Presidente Zelaya e di condanna di qualsiasi tentativo di minare il suo mandato e i processi democratici dell'Honduras.
Le notizie giunte dall'Honduras informano che il canale televisivo pubblico, Canal 8, è stato chiuso dai golpisti. Pochi minuti fa Telesur ha annunciato che in Honduras l'esercito sta interrompendo le forniture di elettricità in tutto il paese. Secondo il Ministro degli Esteri Patricia Rodas le stazioni televisive e radiofoniche che sono ancora in grado di andare in onda non stanno dando la notizia del colpo di Stato o del sequestro del Presidente Zelaya.
La situazione ricorda in modo inquietante il colpo di Stato dell'aprile 2002 contro il Presidente Chávez in Venezuela, nel quale i media svolsero un ruolo cruciale prima manipolando l'informazione per spalleggiare il golpe e poi oscurando tutto quando la popolazione cominciò a protestare e infine riuscì a sopraffare e a sconfiggere i golpisti, liberando Chávez (anche lui era stato sequestrato dai militari) e ristabilendo l'ordine costituzionale.
Nel secolo scorso l'Honduras è stato vittima di dittature e di forti interferenze statunitensi, comprese diverse invasioni militari. L'ultimo intervento del governo degli Stati Uniti in Honduras ebbe luogo negli anni Ottanta, quando l'Amministrazione Reagan assoldò squadroni della morte e mercenari perché eliminassero ogni possibile “minaccia comunista” in America Centrale. All'epoca John Negroponte era l'ambasciatore degli Stati Uniti in Honduras ed era responsabile del finanziamento e dell'addestramento degli squadroni della morte honduregni che furono colpevoli di migliaia di sparizioni e assassini in tutta la regione.
Venerdì l'Organizzazione degli Stati Americani (OAS) si è riunita per discutere la crisi in Honduras e ha poi diffuso una dichiarazione in cui condanna le minacce alla democrazia e autorizza il viaggio in Honduras di un gruppo di rappresentanti dell'OAS. Ciononostante venerdì il Segretario di Stato aggiunto degli Stati Uniti, Phillip J. Crowley, si è rifiutato di chiarire la posizione del governo degli Stati Uniti in merito al potenziale colpo di stato contro il Presidente Zelaya, rilasciando invece una dichiarazione più ambigua che sottintendeva il sostegno di Washington agli oppositori del presidente honduregno. Mentre la maggior parte dei governi latinoamericani ha chiaramente espresso una netta condanna dei piani golpisti in corso in Honduras e il proprio sostegno al presidente costituzionalmente eletto dell'Honduras, il portavoce degli Stati Uniti ha dichiarato: “Siamo preoccupati per la rottura del dialogo politico tra i politici honduregni in merito alla consultazione del 28 luglio sulla riforma costituzionale. Sollecitiamo tutte le parti in causa a ricercare una soluzione democratica consensuale nell'attuale stallo politico che rispetti la costituzione honduregna e le leggi dell'Honduras e sia coerente con i principi della Carta Democratica Interamericana”
Il Ministro degli Esteri Rodas ha detto di aver cercato più volte di entrare in contatto con l'Ambasciatore degli Stati Uniti in Honduras, Hugo Llorens, il quale finora si è negato. Il modus operandi del golpe fa capire che Washington vi è coinvolta. Né l'esercito honduregno, che è in gran parte addestrato dalle forze statunitensi, né la dirigenza politica ed economica agirebbero per deporre un presidente democraticamente eletto se non godessero del sostegno e dell'appoggio del governo degli Stati Uniti.
Il Presidente Zelaya è stato frequentemente oggetto di attacchi da parte delle forze conservatrici honduregne per i suoi rapporti sempre più stretti con il paesi dell'ALBA, soprattutto il Venezuela e il Presidente Chávez. Molti ritengono che il golpe sia un mezzo per far sì che l'Honduras non continui a perseguire il processo di integrazione con i paesi più progressisti e socialisti dell'America Latina.
Tratto da "Il primo colpo di stato di Obama" di Eva Golinger, traduzione a cura di Manuela Vittorelli membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica.
Per chi preferisce l'informazione made in Italy, consiglio "Il golpista che viene da Bergamo", del Corriere.
Sciopero giornalisti contro il ddl intercettazioni
I giornalisti si fermeranno per una giornata di silenzio, il 14 luglio prossimo (con blocco però dell'attività nella carta stampata il 13), per contrastare il ddl Alfano sulle intercettazioni che introduce inaccettabili divieti al diritto di informazione sulle indagini e sulle inchieste giudiziarie.
È la decisione del Consiglio Nazionale della Stampa Italiana riunito martedì a Roma, che ha approvato con un solo voto contrario e due astenuti la proposta della giornata di protesta di tutto il nostro giornalismo avanzata dal Segretario Generale, Franco Siddi. «La giornata di astensione dell'informazione, alla quale i giornalisti sono costretti dopo un anno di iniziative civili, di confronto e di dibattito e denuncia per la libertà dell'informazione, senza censure e intimidazioni - si legge nella nota della Fnsi - è lo strumento con il quale si vuole marcare una volta di più l' indignazione più ferma di fronte alle previsioni del ddl Alfano: un bavaglio ai giornalisti e la sanzione (un danno economico) per gli editori al fine di impedire di dar conto delle notizie sulle indagini giudiziarie negli organi d'informazione; la pesante limitazione del diritto dei cittadini a sapere o essere informati su fatti importanti per la loro vita». «Non si sciopererà, quindi, per un aumento di stipendio ma - sottolinea il sindacato - per un aumento della libertà nel nostro Paese».
Fonte
È la decisione del Consiglio Nazionale della Stampa Italiana riunito martedì a Roma, che ha approvato con un solo voto contrario e due astenuti la proposta della giornata di protesta di tutto il nostro giornalismo avanzata dal Segretario Generale, Franco Siddi. «La giornata di astensione dell'informazione, alla quale i giornalisti sono costretti dopo un anno di iniziative civili, di confronto e di dibattito e denuncia per la libertà dell'informazione, senza censure e intimidazioni - si legge nella nota della Fnsi - è lo strumento con il quale si vuole marcare una volta di più l' indignazione più ferma di fronte alle previsioni del ddl Alfano: un bavaglio ai giornalisti e la sanzione (un danno economico) per gli editori al fine di impedire di dar conto delle notizie sulle indagini giudiziarie negli organi d'informazione; la pesante limitazione del diritto dei cittadini a sapere o essere informati su fatti importanti per la loro vita». «Non si sciopererà, quindi, per un aumento di stipendio ma - sottolinea il sindacato - per un aumento della libertà nel nostro Paese».
Fonte
Disoccupati? No, organizzati della sinistra
Senza più ormai il minimo ritegno, il viscido accusa la massa di disoccupati che lo ha contestato oggi di essere gente "organizzata dalla sinistra".
Mentre la stampa estera si chiede come può un simile personaggio ospitare un summit del G8 nella situazione in cui versa e Napolitano tenta di stendere un velo pietoso, per lui la crisi non esiste e i disoccupati sono dei comunisti.
Aggiornamento: Ecco l'arrivo a Viareggio (DOPO le premiazioni al teatro San Carlo di Napoli di cui sopra):
Il piazzista di Arcore non perde occasione per presentarsi sorridente nelle occasioni tragiche.
Quello che è preoccupante è che ha intenzione di proclamare lo stato di emergenza, forse per mettere più poliziotti a sua protezione per i prossimi spostamenti?
Sono felice di vedere che Current tv, il canale satellitare di Al Gore che ha trasmesso Citizen Berlusconi, ha più che decuplicato il proprio ascolto, raggiungendo quasi 70 mila spettatori medi nella fascia oraria di prima serata: un risultato che l’ha fatto balzare improvvisamente, e momentaneamente, in cima alla classifica delle reti sat, prima di Sky Uno e Fox Crime. Considerando le repliche, il film documentario ha raccolto più di 500 mila spettatori medi.
Mentre la stampa estera si chiede come può un simile personaggio ospitare un summit del G8 nella situazione in cui versa e Napolitano tenta di stendere un velo pietoso, per lui la crisi non esiste e i disoccupati sono dei comunisti.
Aggiornamento: Ecco l'arrivo a Viareggio (DOPO le premiazioni al teatro San Carlo di Napoli di cui sopra):
Il piazzista di Arcore non perde occasione per presentarsi sorridente nelle occasioni tragiche.
Quello che è preoccupante è che ha intenzione di proclamare lo stato di emergenza, forse per mettere più poliziotti a sua protezione per i prossimi spostamenti?
Sono felice di vedere che Current tv, il canale satellitare di Al Gore che ha trasmesso Citizen Berlusconi, ha più che decuplicato il proprio ascolto, raggiungendo quasi 70 mila spettatori medi nella fascia oraria di prima serata: un risultato che l’ha fatto balzare improvvisamente, e momentaneamente, in cima alla classifica delle reti sat, prima di Sky Uno e Fox Crime. Considerando le repliche, il film documentario ha raccolto più di 500 mila spettatori medi.
Sanzioni all'Iran
Berlusconi oggi parla di probabili sanzioni all'Iran.
E' già da un po di tempo che mi ripropongo di scrivere un articolo a proposito dell'Iran. Per il momento vi faccio notare un articolo e un video, appena avrò un po' più di tempo approfondirò la questione.
Leggo testuale dal Corriere:
Intanto in 22 distretti elettorali di Teheran e in altre province dell'Iran è cominciato un nuovo spoglio su un campione casuale del 10% delle schede delle elezioni presidenziali del 12 giugno scorso. Lo ha annunciato la televisione di stato al Alam. La scelta del regime di procedere ad un nuovo riconteggio ha lo scopo di smorzare le accuse di brogli elettorali nelle consultazioni del 12 giugno scorso che hanno visto la vittoria, giudicata da media e governi stranieri del tutto irregolare, del presidente uscente Ahmadinejad. La sua rielezione ha provocato un'ondata di manifestazioni di protesta nel Paese represse ogni giorno nel sangue.
E' già da un po di tempo che mi ripropongo di scrivere un articolo a proposito dell'Iran. Per il momento vi faccio notare un articolo e un video, appena avrò un po' più di tempo approfondirò la questione.
Leggo testuale dal Corriere:
Intanto in 22 distretti elettorali di Teheran e in altre province dell'Iran è cominciato un nuovo spoglio su un campione casuale del 10% delle schede delle elezioni presidenziali del 12 giugno scorso. Lo ha annunciato la televisione di stato al Alam. La scelta del regime di procedere ad un nuovo riconteggio ha lo scopo di smorzare le accuse di brogli elettorali nelle consultazioni del 12 giugno scorso che hanno visto la vittoria, giudicata da media e governi stranieri del tutto irregolare, del presidente uscente Ahmadinejad. La sua rielezione ha provocato un'ondata di manifestazioni di protesta nel Paese represse ogni giorno nel sangue.
Il primo processore quantistico a stato solido
Il gruppo di ricercatori dell'Università di Yale nel Connecticut, che fa capo a Robert Schoelkopf, ha reso noto sulle pagine del progetto la realizzazione di un primo, rudimentale processore quantistico, un passo importante nella direzione della effettiva possibilità di realizzare il computer quantistico.
Il gruppo ha creato due "atomi artificiali", detti qubits (quantum bits), composti da miliardi di atomi di alluminio, ognuno dei quali può cambiare stato, zero e uno, come nei processori tradizionali, molto rapidamente. I due qubits comunicano tra loro tramite un "bus quantico" di fotoni, quindi sostanzialmente con la luce, a velocità impensabili con le attuali tecnologie di produzione.
Non si tratta, però, solo di velocità. Il bus quantico permette ad un qubit di modificare lo "stato quantico" dell'altro al quale è accoppiato, anche a distanza. La quantità d'informazioni, infine, aumenta esponenzialmente, con il numero di qubits utilizzati perché, grazie ad una sorta di giustapposizione, tutte le combinazioni possibili (00, 01, 11, 10) possono coesistere.
Fino ad oggi questo tipo di calcolo non è stato possibile perché non si era trovato il modo di far durare i qubits più di qualche nanosecondo, problema che il gruppo di Schoelkopf ha risolto, raggiungendo la durata di un microsecondo, sufficiente per eseguire alcuni semplici algoritmi, fornendo una prima dimostrazione, che viene discussa in modo dettagliato sulla versione online di Nature.
E' la prima volta che si realizza un risultato del genere con un dispositivo elettronico abbastanza simile a un processore come quelli cui siamo abituati, anche se rimangono da superare diverse difficoltà, che derivano dagli stessi presupposti della meccanica quantistica applicata all'informatica.
In particolare, va considerato il problema della durata dell'informazione, la quale, al momento, è troppo ridotta per poter effettuare operazioni complesse; una volta superato questo ostacolo, si potrebbero raggiungere potenze di calcolo impressionanti e tali da costituire una seria preoccupazioni per le applicazioni crittografiche attualmente ritenute sicure e inattaccabili.
Fonti: Programmazione.it - Tom's Hardware
Il gruppo ha creato due "atomi artificiali", detti qubits (quantum bits), composti da miliardi di atomi di alluminio, ognuno dei quali può cambiare stato, zero e uno, come nei processori tradizionali, molto rapidamente. I due qubits comunicano tra loro tramite un "bus quantico" di fotoni, quindi sostanzialmente con la luce, a velocità impensabili con le attuali tecnologie di produzione.
Non si tratta, però, solo di velocità. Il bus quantico permette ad un qubit di modificare lo "stato quantico" dell'altro al quale è accoppiato, anche a distanza. La quantità d'informazioni, infine, aumenta esponenzialmente, con il numero di qubits utilizzati perché, grazie ad una sorta di giustapposizione, tutte le combinazioni possibili (00, 01, 11, 10) possono coesistere.
Fino ad oggi questo tipo di calcolo non è stato possibile perché non si era trovato il modo di far durare i qubits più di qualche nanosecondo, problema che il gruppo di Schoelkopf ha risolto, raggiungendo la durata di un microsecondo, sufficiente per eseguire alcuni semplici algoritmi, fornendo una prima dimostrazione, che viene discussa in modo dettagliato sulla versione online di Nature.
E' la prima volta che si realizza un risultato del genere con un dispositivo elettronico abbastanza simile a un processore come quelli cui siamo abituati, anche se rimangono da superare diverse difficoltà, che derivano dagli stessi presupposti della meccanica quantistica applicata all'informatica.
In particolare, va considerato il problema della durata dell'informazione, la quale, al momento, è troppo ridotta per poter effettuare operazioni complesse; una volta superato questo ostacolo, si potrebbero raggiungere potenze di calcolo impressionanti e tali da costituire una seria preoccupazioni per le applicazioni crittografiche attualmente ritenute sicure e inattaccabili.
Fonti: Programmazione.it - Tom's Hardware
Lo Sfidante
Ogni Essere Umano che appare in Vita sul nostro meraviglioso pianeta Terra ha diritto ad una vita piena, felice, intensa,
che gli permetta di esprimersi nella sua unicità irripetibile,
che gli porti il dono della Saggezza,
e che gli permetta di contribuire fattivamente al miglioramento delle condizioni di vita dell'intera comunità umana.
questo naturale retaggio ad una vita maestosa,
gli è stato offuscato.
Ma da che cosa?
Che cosa si frappone tra noi e la vita che desideriamo, i sogni che vogliamo realizzare, la pace che desideriamo raggiungere?
Siamo stati condizionati a credere che qualcosa di esterno a noi stessi sia la causa della nostra infelicità, ma non è così.
Qualcosa che agisce dentro di noi scatena al di fuori quell'inferno dal quale vogliamo fuggire, ma di cui non riusciamo a privarci.
Qualcosa di cui spesso non conosciamo nemmeno l'esistenza, perchè nessuno ci ha mai spiegato dove guardare; tranne, naturalmente, tutte le tradizioni di ricerca interiore che hanno un fondamento nella Verità, perchè tutte, senza alcuna eccezione, indicano da sempre l'esatto punto dove guardare e l'esatto modo di liberarsi.
Un insieme di Forze agiscono su ogni essere umano al fine di depotenziarlo e renderlo timoroso, debole, dubbioso, attaccato emozionalmente ad abitudini dannose, e portato ad indugiare invece che ad agire.
Questo insieme di Forze è sostenuto dalla nostra non conoscenza dei mezzi che esse usano per depotenziarci, ma può essere inattivato per consentire finalmente alla Consapevolezza che alberga in noi di dispiegarsi verso ciò che è realmente.
Questo insieme di Forze è ciò che in questo film documentario identifichiamo con Lo Sfidante.
Questo insieme di Forze è ciò che in questo film documentario identifichiamo con Lo Sfidante.
Un termine di comodo, un segnale indicatore.
Verso una realtà che è giunto il momento di svelare e diffondere.
Nel film, vedremo in che modo Lo Sfidante ci depotenzia, quali sono i mezzi che utilizza per farlo,
e una possibile via di azione che ci porti a liberarci dalla sua nefasta interazione con noi.
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