La vera storia di quella comunista di Cappuccetto Rosso
Berlusconi racconta ai nipotini la favola di Cappuccetto Rosso. C’era una volta un lupo democraticamente eletto che aveva dei denti affilatissimi e per questo era mooolto invidiato. Più di tutti lo invidiava una nonnina che viveva sul colle e non usciva mai di casa per recarsi nella tana del lupo: era sempre il povero lupo che doveva andare da lei e perdere un sacco di tempo.
Una sera il lupo bussa a casa della vecchia e quella nemmeno gli apre. Gli dice: «È questa l’ora di presentarsi? È tardi, ho sonno, torna domani!». Ma il lupo non può aspettare perché ha fame, così butta giù la porta, si mangia la nonnina e si mangia anche i due radicali che si erano violentemente sdraiati all’ingresso per impedire al lupo di entrare. A quel punto il lupo si mette a dormire nel letto della nonna, che tra parentesi è anche scomodo perché è di appena due piazze.
Nascosto sotto le coperte, aspetta che arrivi Cappuccetto Rosso: una bambina figlia di comunisti e prevenuta nei confronti del lupo. Da anni Cappuccetto Rosso racconta a tutti gli animali della foresta che il lupo è cattivo, prepotente e amico di certi avvoltoi, facendo al lupo una pessima pubblicità.
Così il lupo, per farla stare zitta, attende che Cappuccetto Rosso si avvicini al letto, poi spalanca la bocca e se la mangia. Tra parentesi, gli rimane pure sullo stomaco.
In quel mentre passa un cacciatore che sente le urla di Cappuccetto Rosso, capisce che la bambina è in pericolo, entra in casa e spara al lupo. Un fatto gravissimo perché il cacciatore non era competente per territorio. Inoltre, non aveva nessun diritto di ascoltare le urla di Cappuccetto Rosso senza la preventiva autorizzazione del lupo. Inoltre, quelle erano palesemente urla a orologeria, dato che il giorno dopo c’erano le elezioni e il lupo era candidato. Per fortuna, il lupo indossava un giubbetto antiproiettile dono del suo avvocato: una precauzione necessaria in attesa che entrasse in vigore la riforma della giustizia, quella che avrebbe finalmente obbligato i cacciatori a caricare il fucile a salve.
Fonte: l'Unità
Una sera il lupo bussa a casa della vecchia e quella nemmeno gli apre. Gli dice: «È questa l’ora di presentarsi? È tardi, ho sonno, torna domani!». Ma il lupo non può aspettare perché ha fame, così butta giù la porta, si mangia la nonnina e si mangia anche i due radicali che si erano violentemente sdraiati all’ingresso per impedire al lupo di entrare. A quel punto il lupo si mette a dormire nel letto della nonna, che tra parentesi è anche scomodo perché è di appena due piazze.
Nascosto sotto le coperte, aspetta che arrivi Cappuccetto Rosso: una bambina figlia di comunisti e prevenuta nei confronti del lupo. Da anni Cappuccetto Rosso racconta a tutti gli animali della foresta che il lupo è cattivo, prepotente e amico di certi avvoltoi, facendo al lupo una pessima pubblicità.
Così il lupo, per farla stare zitta, attende che Cappuccetto Rosso si avvicini al letto, poi spalanca la bocca e se la mangia. Tra parentesi, gli rimane pure sullo stomaco.
In quel mentre passa un cacciatore che sente le urla di Cappuccetto Rosso, capisce che la bambina è in pericolo, entra in casa e spara al lupo. Un fatto gravissimo perché il cacciatore non era competente per territorio. Inoltre, non aveva nessun diritto di ascoltare le urla di Cappuccetto Rosso senza la preventiva autorizzazione del lupo. Inoltre, quelle erano palesemente urla a orologeria, dato che il giorno dopo c’erano le elezioni e il lupo era candidato. Per fortuna, il lupo indossava un giubbetto antiproiettile dono del suo avvocato: una precauzione necessaria in attesa che entrasse in vigore la riforma della giustizia, quella che avrebbe finalmente obbligato i cacciatori a caricare il fucile a salve.
Fonte: l'Unità
Mega manifestazione del PDL per la Polverini
Giorni tristi, per chi come me, almeno in questo periodo pre-elettorale, vorrebbe evitare di sentir parlare ogni santo giorno di quello li e di quelli li.
Vana speranza.
In questi giorni mi tocca sorbirmi i vaneggiamenti di quelli li per la questione Formigoni e Polverini, a sentire le solite stronzate quando semplicemente ci sono delle regole (e leggi) che costoro non vogliono rispettare.
E Alemanno si è schierato con la Polverini, avevano invitato i romani a scendere in piazza, per "manifestare tutta la rabbia dei cittadini":
Questa è uno scatto al momento di massima affluenza di pubblico alla manifestazione, al netto dei Carabinieri e delle persone che si sarebbero comunque trovate a passeggiare in Piazza Farnese a Roma sono intervenute forse 30 persone.
Ih ih.
Nota: la maratona oratoria, cominciata il 2 marzo (a San Lorenzo in lucina, se vogliamo dirla tutta, una piazza esplicitamente vietata ai comizi elettorali, poi traslocata in piazza Farnese) avrà il suo culmine oggi pomeriggio. Evidentemente gli ultrà del pdl si stanno preparando.
Vana speranza.
In questi giorni mi tocca sorbirmi i vaneggiamenti di quelli li per la questione Formigoni e Polverini, a sentire le solite stronzate quando semplicemente ci sono delle regole (e leggi) che costoro non vogliono rispettare.
E Alemanno si è schierato con la Polverini, avevano invitato i romani a scendere in piazza, per "manifestare tutta la rabbia dei cittadini":
Questa è uno scatto al momento di massima affluenza di pubblico alla manifestazione, al netto dei Carabinieri e delle persone che si sarebbero comunque trovate a passeggiare in Piazza Farnese a Roma sono intervenute forse 30 persone.
Ih ih.
Nota: la maratona oratoria, cominciata il 2 marzo (a San Lorenzo in lucina, se vogliamo dirla tutta, una piazza esplicitamente vietata ai comizi elettorali, poi traslocata in piazza Farnese) avrà il suo culmine oggi pomeriggio. Evidentemente gli ultrà del pdl si stanno preparando.
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