Chip RFID in arrivo anche in Italia
Questi aggeggini stanno per arrivare anche in Italia, per tracciare merci e animali, e molto presto, le persone.
In America tentano già di farlo, qui l'impianto è vietato per legge, ma per quanto ancora? Viste le dimensioni, potrebbe essere inserito anche nel contesto di una vaccinazione, che già di per se è un'attacco al nostro naturale sistema immunitario.
Ma anche fidandosi della lealtà del nostro sistema civile, è facile prevedere la possibilità che le persone acconsentano l'impianto,
in nome della comodità di non fare file, abbandonare il contante e pagare la spesa come l'autostrada con il telepass, basterà passare vicino al lettore invece di timbrare il cartellino, prendere il biglietto al cinema o in autobus.
Ovviamente la questione privacy è indiscutibilmente scottante, ma si aprono scenari più preoccupanti: il giorno che qualcuno sta antipatico al sistema, non servirà eliminarlo fisicamente, basterà farlo diventare "nessuno" con un click, niente identità, niente denaro, niente lavoro.
Oppure il chippetto potrebbe emettere frequenze estremamente basse e segnali elettrici che sono in grado di influire sul cervello, seguendo le ultime frontiere degli studi sul controllo mentale, in atto da più di 50 anni.
Windows Vista ti spia
Più di 20 funzionalità e servizi di Windows Vista lavorano sodo per raccogliere e trasmettere i vostri dati all'azienda di Redmond. 20 servizi a cui se ne aggiungerebbe quasi un'altra cinquantina che, seppure meno assiduamente e non sempre con lo scopo di inviarli a Microsoft, collezionano certi dati sul sistema.
Articolo: Punto Informatico
Vaffanculo Day
Una via di mezzo tra il D-Day dello sbarco in Normandia e V come vendetta (V per vendetta è un film capolavoro che consiglio a chiunque non l'abbia visto), per ricordare che dall' 8 settembre 1943 non è cambiato niente.
Video di Beppe grillo al Parlamento Europeo (1h:12m)
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Volantino
P2P, la UE protegge gli utenti
Presa di posizione dell’avvocato generale della Corte di Giustizia europea: i provider non hanno alcun obbligo nei processi civili di consegnare alle major i nomi dei propri utenti accusati di far un uso illegale del P2P.
È una esternazione di alto profilo quella di Juliane Kokott, avvocato generale della Corte di Giustizia Europea, nei confronti delle major che vogliano associare agli IP individuati nelle reti di sharing nomi di utenti in carne e ossa, per poterli poi denunciare. Secondo Kokott, infatti, la legge europea non prevede alcun obbligo per i provider di fornire questo genere di informazioni ai detentori dei diritti d’autore, anche quando questi sostengono che gli IP rilevati sono di utenti che hanno commesso degli illeciti. Un’affermazione che riguarda tutti i procedimenti civili.
Articolo: Open NewsLotta sempre più aspra contro il peer2peer
In Australia, un provider adotta una politica di antipirateria preventiva così severa da prevedere la cancellazione, ogni notte, di qualsiasi file multimediale sia stato caricato dai propri abbonati sui web server del provider, nello spazio messo loro a disposizione insieme all'account di connessione ad Internet.
Notare che non è detto che i file siano illegali, uno potrebbe essersi rippato un cd regolarmente acquistato e averlo caricato sul web server per poterne fruire ovunqe, oppure potrebbe essere un video personale.
Il bello è che il cliente che vorrebbe evitare questa resettata notturna, deve mandare una dichiarazione circa il contenuto dei propri files, e dimostrarne la legalità. Ovvero, per principio, ogni cliente è uno spacciatore di contenuti protetti, salvo egli denunci il contrario.
Articolo: Punto Informatico
MediaDefender aveva realizzato un intero sito internet dedicato al download di film, con tanto di applicazione da scaricare che prometteva "miracoli" per il download di nuovi titoli in semplicità.
All'indirizzo www.miivi.com (ma anche.net) era possibile scaricare un simpatico programmino in grado di consentire l'accesso ad una rete di sharing attraverso la quale ottenere i maggiori successi dell'industria cinematografica americana come 300 o Batman Returns. Peccato che la suddetta applicazione raccogliesse anche informazioni sul contenuto dei dischi dell'ignaro utente, riferendo tutto a MediaDefender e quindi alla MPAA. Il fatto è che pare sia stato proprio il programmino a infilare i film giusti nella coda di download per garantire che tutti coloro che aderissero al programma si ritrovassero prima o poi con un bel po' di materiale illegale sul proprio computer anche senza averne fatto richiesta.
Articolo: Punto Informatico
Non facciamoci "chippare"
Il senatore californiano Joe Simitian sta tentando, a colpi di proposte di legge, di tutelare la privacy dei cittadini che rappresenta e allontanare il pericolo di un tracciamento generale.
Trova chiaramente l'opposizione di chi vuole avere il controllo sui cittadini, i governatori (primo fra tutti Schwarzenegger) e le industrie, che possono ricavare grossi benefici dal conoscere le abitudini di consumo.
L'idea è COSTRINGERE la popolazione a farsi chippare, forse perchè tutte le telecamere e i sistemi di "sicurezza" non bastano più? Lo scenario è inquietante, Il paese che "esporta la democrazia" è in realtà un regime totalitario, la libertà che dovrebbe essere sua bandiera è solo un fosco miraggio.
Articolo su Punto Informatico