Il 7 maggio il governo italiano ha firmato un accordo con Microsoft Italia, per la costruzione di tre nuovi centri di ricerca finanziati dal Governo e dal big di Redmond.
L'idea di fondo del protocollo di intesa è di creare dei canali di raccordo tra università e industria di settore avvicinando le strutture della ricerca al mercato e ai modelli di sviluppo business: la nascita dei tre centri viene quindi vista come utile a spingere anche l'economia locale.
Questo accordo ha ricevuto una pioggia di critiche, in primo luogo per il fatto che è stato siglato senza una procedura trasparente e pubblica, in secondo luogo perchè l'Unione, nel suo programma di governo, aveva assicurato uno sforzo nella diffusione dell'open-source nelle pubbliche amministrazioni, e ora invece va di fatto a finanziare la più potente azienda di software proprietario e closed. C'è da dire inoltre che in ambito accademico viene usato moltissimo software open, in quanto studiabile, modificabile, adattabile. Per non parlare dei costi e delle licenze. Aggiungo il discorso riguardante l'assuefazione all'utilizzo dei prodotti Microsoft che va solo a rafforzare il regime monopolistico già in atto.
L'Associazione per il Software Libero propone un'accordo alternativo, con il quale"si rende disponibile ad apportare, per un periodo di cinque anni, a ciascuno dei suddetti Centri, attività formative, materiale didattico, soluzioni tecnologiche e software, direttamente o delegando aziende italiane che lavorano nell'ambito del software libero, tali da offrire al Centro e/o ad altre Pubbliche Amministrazioni un profitto, anche in forma di risparmio, del valore di almeno 10.000.000,00 (dieci milioni) di euro l'anno."
Articolo su Punto Informatico
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