La crisi economica «non è ancora finita, ma il peggio è alle nostre spalle» ha poi aggiunto Berlusconi. «È una crisi in gran parte psicologica - ha detto il premier - ma la sinistra continua cantare la canzone del pessimismo. Non le ha portato bene perchè ha perso fiducia dei cittadini».
Queste le parole del berlusca, il giorno dopo l'uscita dei dati Eurostat.
Oggi, riporto i bolscevichi numeri dell'Istat:
L'indice della produzione industriale segna a marzo 2009 una flessione congiunturale, rispetto al mese precedente, del 4,6%. La variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi rispetto a quella dei tre mesi immediatamente precedenti è pari a -9,8%.
La variazione tendenziale, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, secondo i dati corretti per gli effetti di calendario registra un calo annuo del 23,8%.
Come già per il dato di febbraio, il dato tendenziale corretto è ancora il più basso mai toccato nelle serie storiche dell'Istat (dal 1990, con il primo dato annuo a gennaio 1991).
Ovviamente, anche i ricchi piangono. Questo mi fa godere come un riccio.
Fonti: Corriere, Ansa
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